[30/06/2008] Urbanistica

Il congresso mondiale degli architetti guarda alla sostenibilità

LIVORNO. Dopo Barcellona, Berlino, Beijing e Instanbul la comunità mondiale degli architetti si da appuntamento in Italia, a Torino al Centro Congressi Lingotto e al Palavela per il XXIII Congresso mondiale dell’Unione internazionale degli architetti: con la giornata di inaugurazione di ieri si è aperto ufficialmente l’evento mondiale che ogni tre anni riunisce migliaia di architetti e di studenti attorno a un tema che coinvolge le prospettive dell’architettura in rapporto a grandi questioni sociali, culturali e anche ambientali. Il tema del congresso 2008, in programma fino al 3 luglio è Transmittoing Architecture – Comunicare l’architettura ovvero la capacità e la forza dell’architettura di esprimere e trasmettere nel tempo valori e culture diverse.

«A Torino vogliamo comunicare l’architettura quale organismo vivente in simbiosi con l’uomo e con la natura - spiega Raffaele Sirica, presidente del Consiglio nazionale degli architetti - Vogliamo esprimere i problemi della società contemporanea insieme alle potenziali risposte che la nostra professione può esprimere. L’architettura dell’era elettronica e digitale deve, infatti, contribuire a neutralizzare le patologie delle grandi aree urbane. Deve superare i linguaggi, sia accademici che sperimentali che ignorano la crisi ambientale e sociale. Il valore di testimonianza civile dell’architettura – conclude Sirica - risiede oggi, tra l’altro, nella sua capacità di contribuire a costruire un futuro ecologicamente sostenibile e di contrastare in modo efficace il degrado sociale delle periferie».

Tre i temi al centro dei giorni di confronto ed esposizione, affrontati da relatori e personaggi di fama internazionale: “Cultura”, “Democrazia” e “Speranza” ossia come l’architettura possa essere uno strumento di lettura della storia, come possa contribuire alla creazione di democrazia e come possa contribuire a uno sviluppo del territorio e dell’ambiente compatibile con le risorse disponibili.

Tra le sessioni merita segnalare per la “Cultura” “Il linguaggio dell’architettura contemporanea:che cosa trasmette l’architettura, come lo fa e come dovrebbe farlo”; “La giovane architettura: le idee e il lavoro di alcuni giovani protagonisti dell’architettura mondiale, per ascoltarne e dibatterne le proposte per il futuro della città e dell’habitat” insieme ad architetti come Gary Chang, Bevk Perovic, Lo-Tek e Metrogramma.

Per la giornata dedicata alla “Democrazia” gli argomenti trattati spazieranno dalla comunicazione al sociale: si parlerà dell’importanza del dialogo e della partecipazione del pubblico nei processi di trasformazione del territorio, ad esempio per comprendere e decostruire la diffusa logica del N.i.m.b.y. (Not in my back yard) nell’ottica opposta di contribuire a formare un’opinione pubblica sempre più partecipe e consapevole della fase progettuale dei cambiamenti e soddisfatta quindi del proprio contesto culturale e sociale.

Il congresso si concluderà con la giornata dedicata alla “Speranza”: la città sostenibile, quella con un basso impatto sull’ambiente, dove i contrasti siano sempre più attenuati. “Trasmettere la città sostenibile” è infatti un confronto di casi e esperienze da tutto il mondo e “La tecnica dell’immaginario” affronta il tema dell’innovazione tecnologica e il progetto di architettura insieme a nomi internazionali tra cui Odile Decq, Michele De Lucchi, Marcos Novak, Zhu Pei, Michelangelo Pistoletto. Si parlerà pure di come l’architettura possa affrontare il tema della sostenibilità ambientale usando tecniche, tecnologie innovative e materiali ecocompatibili. Verranno discussi quali i punti di forza e quelli di debolezza dei progetti che hanno applicato la simulazione per scenari (software) al governo e management delle città. Di quali indicazioni si possono tratte dal raffronto tra i differenti progetti per la politica urbana, lo sviluppo e la democrazia locale. E dunque della simulazione digitale a supporto dei processi decisionali alla scala urbana tramite la generazione di scenari futuri, anche come strumento di comunicazione.

Del resto non si può negare che l’architettura sia una disciplina che agisce e incide su uno scenario vasto e complesso: modifica e determina i rapporti umani e sociali in termini positivi ma anche negativi; altera i paesaggi dandone vita ad altri; incide sugli aspetti economici di un territorio, li modifica, talvolta li potenzia ma talvolta li azzera.


Torna all'archivio