[02/07/2008] Consumo

Ban Ki.moon scrive al G8: agire subito contro fame e cambiamento climatico

LIVORNO. E´ partita la lettera ai capi di Stato del G8 che il segretario generale dell´Onu, Ban Ki-moon, avava annunciato nei giorni scorsi, per arrivare al vertice di Toyako, ad Hokkaido in Giappone, al quale egli stesso parteciperà dal 7 al 9 luglio, con scritti nero su bianco quali sono gli impegni che le Nazioni Unite chiedono di rispettare ai potenti del pianeta: crisi alimentare, cambiamento climatico e riuscita degli obiettivi del millennio per lo sviluppo.

«Se non agiamo risolutamente – scrive Ban ai governati di Usa, Unione Europea, Russia, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia - nel mondo, 100 milioni di persone in più rischiamo di piombare al di sotto della soglia di povertà».

Il segretario generale dell´Onu si appella ai dirigenti del G8 perché la percentuale dell´aiuto pubblico allo sviluppo destinata alla produzione agricola ed allo sviluppo rurale «sia portata dal 3% attuale al 10%, questo senza ridurre i fondi dei budget per educazione e la sanità già in atto», ha spiegato il portavoce di Ban ki-moon.

Nella sua lettera il segretario delle Nazioni Unite scrive che «E´ importante giungere ad una stessa visione s quel che riunirà un nuovo accordo sul cambiamento climatico, che tenga conto dei risultati della Conferenza sui cambiamenti limatici di Bali». Ban Ki-moon ha poi nuovamente esortato i Paesi del G8 «a raddoppiare gli sforzi per realizzare gli obiettivi del millennio per lo sviluppo entro il 2015».

Concetti che Ban Ki-moon ha ripreso con più ampiezza in un discorso davanti agli studenti dell´università per la diplomazia di Pechino, dove ha detto che i governanti del pianeta devono esprimersi entro luglio per un impegno urgente di aiuti supplementari per 6 miliardi di dollari in favore dei più poveri e per sviluppare soluzioni a lungo termine alla crisi alimentare, mentre occorrono subito, insieme all´assistenza alimentare immediata, il rifornimento di sementi, concimi e impianti di irrigazione per i piccoli agricoltori dei Paesi più colpiti dalla crisi alimentare.

«E´ un nostro obblgo quello di sostenere i contadini del mondo – ha detto Ban – togliendo le restrizioni alle esportazioni e le tasse sui beni alimentari, in particolare quelli a scopo umanitario, e di ridurre le sovvenzioni agricole nei Paesi sviluppati, al fine i liberare nuove risorse per gli investimenti agricoli nei Paesi dove le entrate sono basse o l´approvvigionamento alimentare è a rischio. L´aumento della produzione alimentare esigerà anche di rafforzare gli sforzi nella lotta contro il cambiamento climatico, l´aumento della temperatura che modifica gli schemi climatici, provocando l´erosione dei suoli, il disseccamento delle risorse idriche ed il riscaldamento mondiale, allargando l´habitat delle zanzare e la trasmissioni di malattie tropicali con la malaria o la febbre dengue. Se i contadini devono guardare il letto delle loro malattie, i campi agricoli continueranno a imputridire».

Ma un´altra preoccupazione si accavalla a quella del cibo e ne diventa concausa: l´aumento vertiginoso del prezzo del petrolio e dei costi di trasporto che diventano sempre più insostenibili proprio nelle aree più colpite dalla fame.

Il G8 di Hokkaido stavolta è davvero chiamato a passare dagli impegni altisonanti (scarsamente attuati) degli anni delle vacche grasse ad azioni e finanziamenti concreti in tempi di vacche magre, ma quel che sembra immediatamente necessario per evitare che la situazione mondiale precipiti, non sempre è politicamente utile localmente. Il rischio delle ennesime buone parole e delle promesse dietro le quali arroccarsi è ancora una volta dietro l´angolo, e lo sa anche Ban Ki-moon.

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