[03/07/2008] Urbanistica

Turismo, il rebus della Brambilla risolto nella privatizzazione della Valle dei Templi?

LIVORNO. Solo ieri a Palazzo Chigi Silvio Berlusconi e la sottegrataria al turismo Michela Vittoria Brambilla si chiedevano come rispondere alla crisi del turismo italiano che perde quote di mercato internazionale. Grande ottimismo e ricette semplici, tutta tecnica e marketing, per risolvere un problema difficile, che non è solo di immagine, del "brand Italia", ma anche del territorio Italia e della sua sempre più precaria immagine ambientale, paesaggistica e civile, a partire dalla gestione dei servizi di base come i rifiuti, l´acqua, la depurazione.

La stessa Brambilla l´ha buttata sull´enigmistica: «Il rebus è il seguente – ha detto in conferenza stampa - come mai oggi quasi l´85% dei turisti, e parliamo di decine di milioni di persone, che si rivolgono ai grandi operatori è attratto dalle bellezze del nostro paese ma poi solo il 35% di essi alla fine decide di venire davvero da noi? Far crescere questo 35% portandolo, in pochi anni, almeno al 45-50 per cento è il nostro obiettivo».

Per la Brambilla si tratta quasi di una competizione sportiva: dalla quinta posizione del 2007 bisogna risalire sul podio e l´allenatore per recuperare i due posti è già pronto: una cabina di regia nazionale «che dovrà interagire con di tutte quelle istituzioni centrali e locali che hanno un ruolo di specifica responsabilità per quanto riguarda la logistica, le infrastrutture, la rete dei trasporti, l´ambiente e la sicurezza, e che renderà la nostra azione davvero efficace».

Chissà se Berlusconi e Brambilla includono tra le istituzioni locali con precise responsabilità anche l´assessore regionale ai beni culturali della Sicilia, Antonello Antinoro, che ha proposto di privatizzare la Valle dei Templi di Agrigento? E chissà cosa ne pensa il neo-sindaco di Niscemi, Vittorio Sgarbi, che qualche anno fa invocò la furia distruttrice dell´Etna per spazzar via gli abusi e le brutture di Zaffrana Etnea che sono solo un pallido esempio di quelli che infestano e deturpano il paesaggio della Valle agrigentina? Chissà cosa ne pensa l´Unesco di una mercificazione della storia europea e dell´intera civiltà mondiale, di una cessione a privati per trent´anni di un patrimonio dell´umanità che in cambio di quella che diventerebbe una lucrosa gestione e di un po´ di manutenzione stradale, potrebbe seminare la Valle dei Templi di altri alberghi, altro cemento ed altro asfalto?,

Antinoro risolve il rebus della Brambilla riproponendo la finanza creativa di Tremonti (quello che ora invoca la forza e la presenza dello Stato contro la mercificazione globalizzante e l´invadenza dei mercati) che portò alla cartolarizzazione ed alla tentata vendita di isole, monumenti, coste e beni dello Stato e addirittura alla proposta di cedere ai privati spiagge e coste. Quel che il neo-statalista Tremonti dimentica Antinoro ricorda, e il suo capo di gabinetto, che è anche il sovrintendente dei beni culturali di Palermo, spiega candidamente al mensile online Ilove-Sicilia.it (poi ripresa da Repubblica) che «In cambio della gestione del nostro patrimonio artistico i privati dovranno garantirci un canone fisso e alcune opere da realizzare nell´indotto. Penso alle strade o a un certo numero di alberghi. Nel caso della Valle dei templi potremmo chiedere ai privati di migliorare la strada statale Palermo-Agrigento e un eliporto».

Non sembrerebbe proprio un guadagno netto per la regione e lo Stato.

Se le cose andassero "bene" ad Agrigento, la rispolverata politica da Tremonti di altri tempi dell´assessore siciliano prevede di allargare la trovata ad pacchetto in offerta speciale della storia siciliana: il teatro antico di Taormina, Selinunte, la Cappella Palatina e magari anche grandi opere in cambio di un museo, naturalmente gestito da privati, per ospitarle.

Quindi, invece di gestire, bene e meglio, con l´ipertrofico personale della regione Sicilia, i 700 mila turisti ufficiali che visitano ogni anno i templi di Agrigento, li si cedono ai privati, con allegati il riconoscimento dell´Unesco e gli incessanti finanziamenti pubblici, nazionali ed europei, che sono arrivati proprio per valorizzare e proteggere quella valle, anche da un abusivismo edilizio che ha visto troppo spesso protagonista e complice la politica siciliana.

Siccome la regione non sembra in grado di assicurare nemmeno una corretta gestione delle aperture al pubblico di un sito che il mondo ci invidia, siccome, mentre Brunetta mette in linea i nomi dei "vagabondi", non si riesce a raddrizzare una politica delle assunzioni "straordiariamente ordinaria" che si è trasformata in un´intoccabile garbuglio di clientele, l´assessore al ramo si fa da parte e affida quel che è di tutti a privati che, se tutto procederà come sempre, saranno ben affidabili amici, e che c´è da scommettere riceveranno in più cospicui e "necessari" finanziamenti pubblici per "valorizzare" turisticamente un luogo che è già famoso nel mondo e che lo Stato ha lasciato deturpare proprio da quei privati ai quali la regione vorrebbe cederlo per far cassa .

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