[03/07/2008] Energia

I paesi islamici del D8 preoccupati per petrolio e cibo

LIVORNO. Secondo quanto riferisce l´agenzia di stampa ufficiale della Malesia, Bernama, i 6 dei dirigenti dei Paesi aderenti al Developing 8 country (D-8) riuniti a Kuala Lampur, dove non sono però presenti Nigeria ed Egitto, hanno espresso serie preoccupazioni sull´aumento incessante del costo del petrolio e per la crisi alimentare.

Il D8 ha sede ad Instabul e fa parte della Conferenza islamica, è stato fondato nel 1997 in Turchia e comprende 7 Paesi islamici non arabi: Bangladesh, Indonesia, Iran, Malesia, Nigeria, Pakistan, Turchia ed il paese arabo più popoloso e influente, l´Egitto, Paesi molto diversi fra di loro anche per oncezione della democrazia, ma tutti a loro modo importanti per la loro influenza economica-politica regionale o per il loro peso demografico.

Stati "difficili" che cercano di migliorare le loro relazioni non sempre semplici e pacifiche e la posizione dell´intero gruppo del D8 nell´economia mondiale. Ma anche quasi tutti Paesi con enormi problemi ambientali, alcuni dei quali hanno svolto un ruolo di punta nel contrastare la linea Kyoto-scettica a Bali.

Il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono, che lascerà la presidenza dei D8 al malese Badawi, si è detto preoccupato per la incessante pressione inflazionistica esercitata ai prezzi del petrolio e del cibo che sta colpendo soprattutto alcuni Paesi in via di sviluppo e provocando scioperi e manifestazioni anche in questi grandi paesi islamici.

Egitto e Nigeria non sono presenti al summit di Kuala Lampur perché membri dell´Unione Africana che si è appena riunita proprio in Egitto, ma il summit dei D8 creerà ugualmente un segretariato permanente e approverà anche una road map per la cooperazione economica per i prossimi 10 anni.

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