[04/07/2008] Aria

Incendio Agrideco, non allarmanti i risultati delle analisi Arpat

LIVORNO. A seguito dell’incendio presso l’azienda Agrideco di Scarlino l’Arpat (Agenzia regionale di protezione ambientale) ha messo in atto una complessa attività di controlli ambientali che, a partire dal giorno dell’evento, è stata rivolta ad indagare ed interpretare la dispersione e ricaduta al suolo dei prodotti di combustione con caratteristiche di pericolosità e persistenza. I risultati delle analisi dell’Arpat sono stati diffusi oggi dall’assessore regionale all’Ambiente Anna Rita Bramerini: «Nonostante la presenza di rifiuti all’interno dello stabilimento i valori di diossine e di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) presenti nei campioni analizzati da Arpat sono risultati inferiori ai limiti di legge – ha spiegato l’assessore - inferiori anche alle medie di inquinanti riscontrate normalmente nelle grandi aree urbane. Soltanto in una ristretta area del Comune di Scarlino, situata nella direzione verso la quale soffiava il vento il giorno successivo all’incidente, sono stati riscontrati valori di Ipa più alti, non allarmanti ma da tenere comunque sotto controllo. Arpat ha già svolto nuovi campionamenti e continuerà a monitorare la zona fino a quando i valori normali non saranno ristabiliti». Solo in quest’area (situata a nord-ovest dell’Agrideco) in base alle indicazioni ricevute dalle autorità sanitarie locali, il Comune di Scarlino farà proseguire l’ordinanza restrittiva che nei giorni scorsi era stata adottata per tutta la superficie circostante l’azienda.

La prima operazione eseguita da Arpat è stata quella di prelevare un campione della copertura in fibrocemento per escludere, come di fatto è stato poi confermato dalle analisi, la presenza di amianto. Sono stati raccolti, in due momenti diversi, campioni dei fumi, per acquisire informazioni sulla loro composizione e, in particolare, per verificare l’effettiva presenza di diossine e Idrocarburi Policiclici Aromatici-Ipa (i due indicatori solitamente monitorati nei casi di incendio). Si è poi passati a raccogliere campioni di aria in 4 diverse postazioni, sia sul posto che seguendo la direzione dei venti valutata dai rilevamenti delle stazioni meteo di zona. Nel corso della notte del 26 giugno sono stati prelevati campioni in località Puntone di Scarlino e Follonica, mentre nella giornata di venerdì 27 le campionature sono state effettuate al podere S.Ilario ed a Scarlino Scalo. Questo perchè l’incendio che si è sviluppato nel pomeriggio del 26 è andato attenuandosi nel corso della notte, con conseguente abbassamento della colonna di fumo da esso derivata. Nel corso della giornata del 27 il fumo si è diretto verso il quadrante nord-ovest (area di S.Ilario e Scarlino Scalo), e proprio sui terreni e sugli ortaggi di quella zona si sono concentrate le campionature Arpat del 27 mattina.

Sull’incendio all’Agrideco sta indagando la procura di Grosseto, che chiarirà cause e responsabilità dell’incidente. «Casi come questo – ha concluso – dimostrano che i controlli nelle aziende devono essere accompagnati da un’adeguata formazione del personale, specialmente per le ditte che lavorano in settori delicati come quello del trattamento dei rifiuti». Sui controlli all’Agrideco è intervenuto anche l’assessore provinciale all’ambiente Giancarlo Farnetani, che ha spiegato come l’azienda fosse autorizzata per lo stoccaggio, la selezione, il trattamento e il recupero di rifiuti speciali non pericolosi. Farnetani ha inoltre ricordato che l’azienda era stata controllata l’ultima volta dal Noe pochi giorni prima dell’incendio e che in quell’occasione non era stata evidenziata nessuna irregolarità.

A seguito dell’incendio presso l’azienda Agrideco di Scarlino l’Arpat (Agenzia regionale di protezione ambientale) ha messo in atto una complessa attività di controlli ambientali che, a partire dal giorno dell’evento, è stata rivolta ad indagare ed interpretare la dispersione e ricaduta al suolo dei prodotti di combustione con caratteristiche di pericolosità e persistenza.

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