[10/07/2008] Consumo

L´idea del Veneto: sì ad amplimenti e nuovi supermercati che scelgono la filiera corta

LIVORNO. Il Consiglio della regione Veneto ha approvato ieri un progetto di legge di iniziativa popolare promossa da Coldiretti per la promozione del consumo dei prodotti agricoli regionali: una serie di disposizioni volte a promuovere la valorizzazione della produzione agricole venete, favorendo il consumo e la commercializzazione dei prodotti provenienti dalle aziende agricole del territorio regionale e assicurando un´adeguata informazione ai consumatori. Obblighi, marchi di qualità, incentivi, agevolazioni anche in materia edilizia e sanzioni in caso di non rispetto della disposizioni sono le novità introdotte dalla legge sulla filiera corta.

«Un importante passo in avanti verso la valorizzazione dei prodotti regionali ed il riequilibrio del mercato a vantaggio dei consumatori» commenta il presidente della commissione Agricoltura, Clodovaldo Ruffato, esprimendo la propria soddisfazione per l’approvazione della legge.

Secondo Ruffato la legge risponde al duplice obiettivo di garantire da un lato un’informazione completa sulla filiera produttiva dei prodotti e dall’altro di tutelare il vero made in Italy agroalimentare.

Infatti la legge prevede nell’ambito della ristorazione collettiva pubblica l’obbligo per i gestori di garantire l’utilizzo prevalente - non inferiore al 50% di prodotti complessivamente utilizzati su base annua - di prodotti agroalimentari di origine regionale. L’utilizzo dei prodotti regionali oltre il 50% costituisce inoltre titolo preferenziale per l’aggiudicazione negli appalti pubblici di servizi e fornitura.

Per favorire l’incontro fra domanda e offerta di prodotti agricoli provenienti dal territorio veneto la Regione cerca di valorizzare la vendita diretta: i comuni devono riservare agli imprenditori agricoli esercenti la vendita diretta di almeno il 20% del totale dei posteggi nei mercati al dettaglio in aree pubbliche. E non solo perché i comuni, nell’ambito del proprio territorio e per il proprio piano per il commercio devono prevedere aree per la realizzazione di farmer market oltre che di mercati di prodotti agricoli locali riservati ai soli imprenditori agricoli.

E l’intervento regionale a favore dell’agricoltura veneta non si ferma qui perché la Regione prevede condizioni e agevolazioni edilizie anche in caso di realizzazione, ristrutturazione o ampliamento di grandi strutture di vendita o di centri commerciali. Innanzi tutto il rilascio del permesso edilizio è subordinato all’obbligo di porre in vendita prodotti agricoli e agroalimentari di origine regionale in misura non inferiore al 30% della produzione complessivamente acquisita in un anno. Se poi l’obbligo è adempiuto le grandi strutture e i centri commerciali possono godere della riduzione pari al 30% del contributo per il rilascio del permesso di costruire. Però il mancato rispetto degli obblighi fa scattare la sanzione amministrativa della sospensione dell’attività di commercializzazione.

E per i consumatori marchi e guide: un contrassegno con lo stemma della regione (le cui caratteristiche saranno poi definite da apposito delibera della Giunta regionale) verrà rilasciato a quelle imprese nel campo della ristorazione o di vendita al pubblico che acquistano almeno il 30% durante l’anno di prodotti agricoli di origine regionale. Poi tali imprese verranno inserite in apposito “circuito regionale veicolato nell’ambito delle attività promozionali della Regione”.

Sicuramente la legge favorisce la filiera corta: spinge ad acquistare direttamente dalle imprese agricole circostanti che oltre a garantire qualità e freschezza, nel rispetto dell’ambiente riduce l’inquinamento causato dai trasporti con la circolazione dei camion sulle strade e degli aerei per il trasporto merci nei cieli. (Basta ricordare a titolo di esempio che per trasportare a Roma un chilo di ciliegie dall’Argentina in volo per una distanza di 12mila km si consumano 5,4 kg di petrolio).

Per il consumatore può rappresentare la possibilità di combattere i rincari dei generi alimentari e di scegliere prodotti locali e a basso impatto ambientale, mentre per i produttori locali diventa uno strumento utile di promozione e sostegno contro le speculazioni del commercio globale.

Ma ciò che la legge non garantisce è la qualità del prodotto: non si impongono obblighi e quote di utilizzo di determinati concimi, fitosanitari, pesticidi, non parla di agricoltura biologica.

Sembra invece mirata soprattutto a tutelare il vero made italy (anzi made in Veneto) contro le contraffazioni, cioè a «fronteggiare le invasioni del mercato agroalimentare - si legge sulla relazione introduttiva del disegno di legge – da parte di prodotti provenienti dai paesi stranieri che non sempre si caratterizzano per gli standard qualitativi enogastronomici italiani, mettendo a dura prova una parte importante del tessuto socio-eonomico delle singole realtà territoriali».

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