[14/07/2008] Urbanistica

Cave di Campiglia, Zanchini: «Ci sono gli estremi per rivedere l´accordo»

LIVORNO. L’ultimo atto sulla vicenda delle cave di Campiglia aggiunge elementi di novità che se confermati potrebbero richiedere anche interventi legali. Si può riassumere così quanto emerso dal convegno organizzato lo scorso giovedì a Venturina da Legambiente e dal Comitato per Campiglia.

Due le questioni cruciali su cui gli organizzatori chiedono al comune di Campiglia di fare luce, che emergono dalla relazione tenuta dall’ex presidente della società dei Parchi Val di Cornia, Massimo Zucconi, ricostruite sulla base di tutte le carte che ricompongono la vicenda delle concessioni e che per ottenerle il Comitato ha dovuto sborsare ben 900 euro di fotocopie.

La prima riguarda il fatto che l’ultima concessione è stata data solo sulla base di un atto dirigenziale senza che questo passasse dal consiglio comunale e l’altra che gli interventi di ripristino non sono neppure cominciati

«Chiediamo al Comune che risponda di queste due questioni» ci ha detto Edoardo Zanchini (Nella foto) della segreteria nazionale di Legambiente che ha partecipato al convegno.
«Saremmo ben lieti di essere smentiti - ha continuato Zanchini - ma sia le carte sia le foto aeree, non bastasse quello che già si vede ad occhio nudo per il problema del ripristino, sembrano confermare entrambe le questioni aperte».

Ciò che emerge dalle carte indicherebbe che la proroga di ulteriori due anni alla coltivazione della cava sarebbe stata firmata dal dirigente senza che vi fosse un passaggio politico?
«In effetti è quanto risulta, e sembrerebbe un fatto piuttosto grave che un atto come questo, in cui si è raddoppiata la concessione e in cui si è data l’autorizzazione a ridurre il numero delle degradazioni nella coltivazione con un ulteriore aggravio del danno al paesaggio, non fosse passato dal consiglio comunale. Ma altrettanto grave è il fatto che la società che ha la concessione avrebbe dovuto già praticamente concluso le opere di ripristino sulle aree scavate e invece dalle foto appare ben evidente che ancora niente è stato fatto. Se si esclude la parte che riguarda il comune di San Vincenzo. Campiglia non ha fatto nulla ed è proprio dalla parte più alta che invece si doveva partire e su cui il comune doveva vigilare».

Quindi ciò che emerge è che la società che ha avuto la concessione sta lavorando indisturbata?
«Sì, è così. C’è poi da sottolineare il fatto che riguardo alle concessioni di cava nel nostro paese siano in assenza di regolamenti veri e aggiornati e che a fronte di oneri ridicoli, chi ha le autorizzazioni a scavare fa guadagni enormi. In Toscana c’è sia la regolamentazione che il piano cave, ma anche qua sugli oneri c’è un divario gigantesco tra quanto rimane in cassa alle istituzioni che si ritrovano con uno scempio nel paesaggio e quanto guadagnano le imprese. Dai calcoli che abbiamo fatto, sulla base delle autorizzazioni, emerge che a fronte di oneri pagati, pari a circa 3 milioni di euro, dalle Cave di Campiglia al Comune si possono ricavare 150-180 milioni euro. Su questo come Legambiente tra l’altro stiamo lavorando ad una vertenza nazionale».

Ma le autorizzazioni all’escavazione non devono passare anche dalla regione?
«La Regione ha fatto un piano e poi demanda al comune così come demanda allo stesso comune il potere di autorizzazione paesaggistica. Difficile per un comune poter rinunciare a oneri importanti per il suo bilancio anche a fronte di uno scempio paesaggistico. E comunque sia dal momento che le opere di ripristino sono previste dovrebbe intervenire affinché siano portate avanti».

Ci sono estremi anche per un atto legale?
«Intanto abbiamo chiesto al Comune di Campiglia di rispondere sulle due questioni emerse, perché se confermate ci sono tutte le condizioni per rivedere l’accordo fatto con le Cave di Campiglia. Se non dovesse dare risposte esaurienti, potrebbero esserci anche le condizioni per fare un atto legale. Altra cosa che ho suggerito di fare è di mandare una nota al Ministro dei beni culturali. Sulla questione del paesaggio e del ripristino può avere le competenze per intervenire».

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