[14/07/2008] Comunicati

Si allunga la lista dei fitosanitari: il tritosulfuron può essere utilizzato come erbicida

LIVORNO. Il tritosulfuron può essere utilizzato come principio attivo nei prodotti fitosanitari: gli Stati membri possono concedere, rinnovare e modificare dopo i dovuti accertamenti le autorizzazioni all’immissione sul mercato di erbicida contenenti tritosulfuron. La Commissione europea, con direttiva dell’11 luglio 2008 (pubblicata in Gazzetta ufficiale europea del 12 luglio), ha inserito il tritosulfuron nell’apposito elenco delle sostanze attive, ha modificato la precedente direttiva europea relativa all’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari e ha fissato al 31 maggio 2009 il termine ultimo per l’adozione da parte degli Stati delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alle novità.

I prodotti fitosanitari sono antiparassitari per le pianti utilizzati soprattutto in agricoltura. Ma nonostante abbiano una multifunzinalità (possono servire per proteggere i vegetali dai vari organismi nocivi, per eliminare le piante indesiderate e anche per frenare il loro accrescimento) spesso hanno una elevata tossicità che può provocare effetti nocivi sulla salute umana e sull’ambiente.

Proprio per questo una qualsiasi sostanza attiva prima di essere inserita nell’elenco e ammessa alla commercializzazione deve essere analizzata oltre che autorizzata: gli effetti sulla salute e sull’ambiente della sostanza attiva vengono valutati prima dal singolo Stato che riceve la richiesta di iscrizione (in questo caso dalla Germania che ha ricevuto dalla società BASF AG una domanda di iscrizione della sostanza attiva tritosulfuron) poi - dopo la conferma della completezza del fascicolo da parte della Commissione Ue - dagli altri Stati e dalla stessa Commissione. Ma nel caso del tritosulfuron anche dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), perché nonostante i vari studi condotti rimanevano ancora dubbi sulle proprietà clastogeniche (alterazione strutturale dei cromosomi) e sulla potenziale tossicità per la riproduzione del composto 2 trifluorometil-benzen-sulfonammide (Tbsa). E in particolare il dubbio che la Commissione si poneva è stato se, in base ai dati disponibili, il metabolita Tbsa poteva presentare un potenziale genotossico o un rischio di riduzione della fertilità e quali fossero le implicazioni per i valori di riferimento tossicologici per l’uomo.

Il tritosulfuron infatti è una nuova sostanza attiva presentata ai fini della registrazione in Europa per l’impiego come erbicida sistemico post-emergenza per il controllo nei cereali di una serie di erbe infestanti dicotiledoni. In alcuni studi lisimetrici, il Tbsa è stato rilevato infatti nelle acque sotterranee, è stato identificato come un metabolita minore (< 1% della dose somministrata) nel ratto, dopo la somministrazione singola o ripetuta di tritosulfuron ed stato identificato come impurità in lotti.

L’Efsa ha redatto quindi un parere scientifico sulla rilevanza tossicologica del Tbsa, metabolita del tritosulfuron, presente nel suolo e nelle acque sotterranee, nel contesto della valutazione del rischio per l’uomo. Ed ha concluso che il Tbsa non ha dimostrato alcun potenziale clastogenico o altro potenziale genotossico e che esso non ha alcun effetto diretto sulla fertilità e quindi non è necessario alcun aggiustamento del fattore di sicurezza predefinito per un potenziale effetto sulla fertilità. Dunque è stata autorizzata la sua commercializzazione (dopo l’autorizzazione da parte degli stati) ma solo come erbicida.

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