[15/07/2008] Parchi

La nuova legge dei parchi toscani

PISA. Con gli Stati Generali della Natura riuniti nella tenuta di San Rossore è partito a tutti gli effetti e ufficialmente il dibattito sulla nuova legge regionale toscana sui parchi e le aree protette che in qualche mese – come ha detto l’assessore Betti (Nella foto)- dovrebbe concludersi. Partenza che fa ben sperare per la presenza all’incontro di molti presidenti di parchi nazionali Tozzi, Giovanelli, Sacchini e regionali Sammuri, Lunardi ma anche di amministratori locali dell’ANCI, dell’UNCEM, della Legautonomie (meno delle province), delle associazioni ambientaliste; WWF, Legambiente, LIPU e con loro di membri della Commissione ambiente della regione D’Angelis e Agresti e molti altri compresi tecnici e funzionari che alla legge dovranno lavorare.

Il dibattito – anche per la presenza di rappresentanti politici come Realacci - ha toccato come era naturale anche aspetti nazionali di grande attualità con i quali la nuova legge toscana dovrà peraltro fare i conti specie dopo le sortita fortunatamente rientrata che avrebbe provocato nientemeno l’abrogazione degli enti parco nazionali. Ma come abbiamo visto sono anche altre le questioni nazionali molto delicate alle quali la nuova legge dovrà in qualche modo dare una risposta a partire dagli effetti perversi del nuovo Codice dei beni culturali sulla pianificazione delle aree protette. E’ un punto questo, infatti, sul quale la regione dovrà riconsiderare anche vecchie leggi e lo stesso PIT e il piano paesaggistico regionale per evitare la completa divaricazione tra la pianificazione e gestione naturalistica e quella paesaggistica i cui effetti negativi sono facilmente intuibili. Ma la nuova legge sulle aree protette dovrà anche riaffermare il ruolo più generale della pianificazione ‘speciale’, che in questi ultimi anni ha registrato un notevole ridimensionamento di quelle che sono state felicemente definite le ‘invarianti’ ambientali (suolo, natura, paesaggio, aria etc) a cui deve conformarsi la pianificazione ‘ordinaria’ comunale, provinciale etc.

Il tutto sullo sfondo di una situazione regionale che - come su greenreport ha già ricordato l’assessore Betti e in San Rossore D’Angelis e Sammuri e Fornaciari - è contrassegnata da una diffusa, variegata e consolidata presenza di parchi e di aree protette che poche regioni possono vantare.

La prima esigenza di un sistema regionale è quella di riuscire a mettere in relazione tutti i protagonisti a partire dai tre parchi nazionali fino alle ANPIL che sono presenti soltanto in Toscana. E sistema vuol dire inoltre terra - mare che sono son ben lungi dall’aver raggiunto quella integrazione così insistentemente richiamata dall’Unione europea ma che tarda a realizzarsi al punto che il Parco nazionale dell’Arcipelago manca ancora della sua perimetrazione a mare. Terra e mare vuol dire Santuario dei cetacei, vuol dire nuove aree marine dalla Meloria a le Formiche che dovranno essere finalmente gestite dai nostri parchi regionali costieri. Sistema vuol dire ancora gestione pianificata in stretto rapporto con quella regionale, provinciale e comunale all’interno di una filiera istituzionale che non può limitarsi a Regione, Province e comuni pena slabbrature e frantumazioni dei cui limiti abbiamo avuto ripetute conferma da Monticchiello in poi.

Questo significa anche riconsiderare alla luce di una esperienza che ormai data dal 1991 la pianificazione incardinata sui due piani del parco, uno ambientale e l’altro socio-economico che oggi sarebbe bene unificare e non soltanto per esigenze pur non trascurabili di semplificazione.

Alla costruzione di questo sistema che potrebbe rafforzarsi anche con la istituzione di nuove aree protette purchè sostenute e decise prima ancora che in sede regionale in sede locale come sta già avvenendo, ad esempio con i parchi provinciali dei Monti Livornesi e di Montioni e potrebbe avvenire anche in Val di Cornia. Insomma primaditutto consolidiamo quel che già abbiamo e se decidiamo di mettere mano dove è possibile e opportuno a nuove aree protette partiamo dai comuni e in particolare dalle province che non dappertutto stanno facendo la loro parte al meglio.
Sono tutti aspetti richiamati anche dal recente documento della legautonomie toscana presentato in San Rossore e reperibile sul sito www.parks.it.
Resta solo da augurarsi che alla buona partenza di San Rossore segua ora un analogo impegno nelle diverse aree della nostra regione.

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