[15/07/2008] Acqua

Prosegue la battaglia contro la realizzazione della diga di Ilisu

FIRENZE. Continua la battaglia della Rete italiana di solidarietà con il popolo Kurdo (moltissime associazioni, culturali, ambientaliste e varie personalità del mondo della cultura e politiche), per la salvaguardia di Hasankey e contro la realizzazione della diga di Ilisu. La prossima mossa è l’organizzazione di una manifestazione pubblica di protesta che si terrà il prossimo 17 luglio a Milano, presso Unicredit Banca Centro direzionale (Piazza Cordusio, ore 11). Ricordiamo che la millenaria cittadina di Hasankeyf ed altri siti archeologici patrimonio dell’umanità e identità culturale kurda, rischiano di scomparire sommersi dall’acqua se la diga di Ilisu ed i suoi invasi verranno realizzati. Il governo turco sembra deciso ad andare avanti nella realizzazione del Progetto dell’Anatolia del Sud Est, di cui fa parte la diga di Ilisu. Nella realizzazione sono coinvolte tra l’altro diverse imprese europee: l’austriaca Andriz AG, la svizzera Alstom e la tedesca Zueblin. Se il progetto andrà in porto secondo la Rete italiana di solidarietà con il popolo Kurdo i danni saranno incalcolabili sia per l’ambiente che per le popolazioni (tra le 55.000 e le 70.000 persone saranno costrette ad abbandonare i villaggi sommersi dall’acqua). La diga sarà poi inoltre uno strumento di ricatto politico della Turchia nei confronti di Iraq e Siria: basterà chiudere i “rubinetti” per fornire ulteriori motivi di tensione in un’area geopolitica che non ne ha certo bisogno. Ma c’è di più, come comunicano dalla Rete italiana di solidarietà con il popolo Kurdo «Unicredit banca attraverso la decisione di procedere attraverso la controllata austriaca Banca d’Austria, ad un investimento finanziario di 280 milioni di euro si rende direttamente responsabile delle conseguenze collegate alla realizzazione del progetto».

Ed ora la Rete di associazioni e movimenti vuole “inchiodare” legalmente UniCredit alle proprie responsabilità « Nel mese di luglio è stato inviato all´amministratore delegato della Unicredit, dott. Profumo, un parere legale sottoscritto dagli avvocati che esamina le questioni di fatto e di diritto a fondamento della responsabilità del gruppo bancario italiano. Unicredit- continuano i rappresentanti della Rete di solidarietà- infatti diventa essa stessa corresponsabile, insieme alle imprese costruttrici turche ed europee, dei danni materiali e morali che la costruzione della diga provocherà alla popolazione locale». Il parere legale, non rappresenta un vero e proprio “atto di diffida” contro la Unicredit, ma è un concreto passo in avanti per mettere in evidenza le sue responsabilità giuridiche e sociali.

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