[16/07/2008] Urbanistica

Inu: Toscana ai vertici nell’aggiornamento dei piani urbanistici

LIVORNO. La seconda edizione del Rapporto del Territorio, curata dall’Istituto nazionale urbanistica (Inu), pone la Toscana tra le regioni che meglio hanno lavorati nell’aggiornamento dei piani urbanistici, riconoscendo un ruolo positivo all’istituzione regionale nell’essersi dotata di una legge sulla pianificazione dopo la riforma del titolo V della costituzione e ai comuni di aver prontamente fatto seguire a questa le norme urbanistiche di loro competenza, con risultati di eccellenza.

La Toscana è la regione che con il 64,8% dei piani urbanistici adeguati dal 2000 ha il più alto tasso di aggiornamento della pianificazione comunale. In buona compagnia con altre regioni dell’area centrale del paese, che avendo tra le prime adeguato le proprie leggi urbanistiche e di governo del territorio ai nuovi dettami introdotti dalla revisione costituzionale che affida alle regioni questi compiti, hanno consentito il rinnovo della pianificazione comunali fortemente interconnessi.

Due sono infatti i temi più rilevanti che emergono dal Rapporto: il primo riguarda ancora la riforma urbanistica, tema su cui l’Inu rileva e segnala la carenza di una legge di riferimento nazionale, pur registrando una innovazione sempre più diffusa a livello nazionale delle azioni di governo del territorio. Ma le tante esperienze regionali, seppur con diverse velocità con le quali tali azioni si concretizzano e che - rileva l’Inu – mostrano anche per questo settore un’Italia a due velocità con il centro-nord quasi totalmente interessato dalla applicazione concreta della riforma alla scala comunale, ma anche a quella più ampia provinciale e il sud, dove la nuova pianificazione è ancora largamente da sperimentare, sono monche di un quadro di riferimento nazionale fermo da oltre sessanta anni. «Manca - dice il presidente dell’Inu Federico Oliva (Nella foto) nella postfazione al rapporto - il passaggio fondamentale della “legge di principi” nazionale, necessaria per stabilizzare la riforma e gli elementi fondamentali dell’attuazione, come il modello perequativo-compensativo e l’uso della fiscalità locale, da molto tempo considerato uno strumento indispensabile per un buon governo del territorio, la cui utilizzazione tuttavia è sempre stata rinviata per non turbare, neppure in minima parte, le necessità dello Stato».

Il secondo tema cui il rapporto del Territorio dell’Inu, dedica una parte importante e che evidenzia con una serie di indicatori significativi i cambiamenti del tessuto urbano, riguarda la nuova dimensione geografica delle città italiane. Quello che emerge è una urbanizzazione che travalica i limiti amministrativi spostandosi sempre più verso una sistema di metropoli anziché di città. «Un processo - sottolinea Oliva nel rapporto - che produce nuovi rilevanti squilibri territoriali legati soprattutto alla selezione funzionale che comporta e al modello di traffico esclusivamente automobilistico su cui si regge; un processo che determina quindi l’aumento assai consistente delle tradizionali patologie urbane (congestione, inquinamento, invivibilità), mentre lo stesso territorio viene consumato in quantità vertiginose, senza alcuna compensazione ambientale significativa».

Il tema dei temi, potremmo dire, su cui in Toscana, che pure si evidenzia nel rapporto come la regione al top per gli interventi sul governo del territorio, si stanno confrontando posizioni diverse e confronti - spesso aspri nei toni - fra chi sostiene che – appunto - la regione rappresenta ancora un modello di buon governo del territorio e chi invece denuncia una deriva cementificatoria a danno del paesaggio e dell’ambiente.

Confronto che non trova sintesi nei ruoli che si vorrebbero attribuire ai diversi livelli istituzionali per garantire buon governo del territorio e difesa del paesaggio e su cui il confronto è aperto non solo tra le istituzioni e i comitati come quello coordinato da Asor Rosa, ma all’interno delle stesse istituzioni. Un confronto cui i dati contenuti in questo secondo rapporto dell’Inu, potrà portare senza dubbio un contributo utile e niente affatto scontato.

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