[17/07/2008] Comunicati

La crisi fa crescere il Pil alla Cina

LIVORNO. L´Ufficio di Stato delle statistiche cinese ha annunciato che il prodotto interno lordo (Pil) della Cina è aumentato del 10,4% su base annua, per raggiungere 13.060 miliardi di yuans (1.900 miliardi di dollari) nel primo semestre del 2008. Nonostante questo la crisi morde anche in Cina, visto che il tasso di crescita è sceso dell´1,8% in rapporto allo stesso periodo dell´anno scorso, e dello 0,2% rispetto al primo trimestre di quest´anno.

Un raffreddamento che non dovrebbe dispiacere ai mandarini del partito comunista cinese che puntavano ad un "rallentamento" della crescita per poter evitare una fiammata inflattiva e riportarla nell´ambito della "società armoniosa" che intendono creare e che prevede un controllo discreto ma ferreo sul tumultuoso sviluppo capitalista del Paese, cosa che non sempre riesce.

L´agenzia cinese Xunhua riferisce che il commento dell´economista capo dell´Ufficio di Stato delle statistiche, Yao Jingyuan: «Il tasso di crescita a due cifre del Pil testimonia che l´economia cinese si sviluppa ancora in maniera stabile e relativamente rapida. Il rallentamento della crescita del Pil indica che la politica macro-economica del governo per prevenire il surriscaldamento economico è stata valida. L´economia mondiale rallentata e la domanda debole bassa sui mercati internazionali hanno pertanto colpito l´economia cinese».

C´è da dire che il colpo non è certo simile alla mazzata che ha colpito i concorrenti occidentali, sbaraccando un bel pezzo di economia americana e portando la sua onda d´urto fino all´Unione europea e a casa nostra, ma che ancor di più colpisce i Paesi più poveri. I cinesi possono permettersi di guardare ancora un Pil in crescita grazie ai 1.180 miliardi di yuans prodotti dal settore primario (+3,5%); 6.740 miliardi di yuans dal settore secondario (+11,3%); 5.140 miliardi di yuans del terziario (+10,5%) che pure registrano i sussulti della crisi economica planetaria con tassi di crescita che sono rispettivamente dello 0,5%, 2,4% e 1,6% in meno del primo semestre del 2007.

E che l´economia si stia spostando ad oriente lo testimoniano gli investimenti in capitale fisso in Cina che, dall´inizio dell´anno, sono cresciuti del 26,3% , lo 0,4% in più rispetto allo stesso semestre del 2007. A giugno l´investimento totale in capitale fisso del 2008 aveva raggiunto i 6.840,2 miliardi di yuans, 1.005,9 miliardi di dollari.

Insomma, la Cina cresce solo un po´ meno violentemente, ma a ritmi ancora vertiginosi, approfittando del calo dei consumi occidentali che però non rinunciano alla merce a basso prezzo, e dello sfondamento economico in Asia ed Africa dove i consumi sono così bassi che solo la Cina può invadere quei mercati.

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