[18/07/2008] Rifiuti

Raee: firmato l´accordo tra Anci e Centro di Coordinamento

LIVORNO. E’ stato presentato questa mattina a Roma, presso la sede dell’ Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), l’Accordo di Programma raggiunto con il Centro di Coordinamento Raee.
Ritenuto importantissimo dai firmatari, definisce il futuro del sistema nazionale di gestione dei rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche.

L’Accordo stabilisce il passaggio definitivo della competenza sulla gestione dei Raee dai Comuni ai produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche, così come previsto dalla norma nazionale che recepisce la direttiva europea, e descrive i termini di iscrizione che i Comuni, ovvero i gestori delegati dei Centri di Raccolta, devono rispettare per poter accedere ai rimborsi previsti. E prevede inoltre un sistema di incentivazione attraverso “premi di efficienza” crescenti all’aumentare della popolazione assegnati a quei Centri di Raccolta che permetteranno di gestire in modo efficiente ed efficace questa tipologia di rifiuti.

Alla conferenza stampa erano presenti i rappresentanti della filiera del recupero di Fise Assoambiente e Federambiente Paolo Cesco e Roberto Caggiano, il delegato alle politiche ambientali di Anci Filippo Bernocchi e il presidente del Centro di Coordinamento dei Raae, Giorgio Arienti.

«Uno degli accordi più importanti che Anci ha firmato dopo quello con Conai» ci ha detto Filippo Bernocchi al telefono. «E’ stata una lunga trattativa resa difficile anche dalla novità della norma e dai continui rinvii e problemi che sono sorti, non ultimo quello relativo al sistema autorizzativo delle piazzole di raccolta. I comuni si sono trovati a dover gestire un problema senza risorse, comunque grazie alla buona volontà di tutti siamo arrivati alla definizione di un accordo e alla previsione di creare una dorsale nazionale nell’ottica di razionalizzare i costi e di ridurre gli impatti ambientali».

Mi spieghi meglio cosa intende per dorsale nazionale
«Si tratta della possibilità di incentivare sistemi di raccolta che abbiano un bacino di utenza di almeno 15000 abitanti. Quindi piazzole più grandi in cui ottenere migliori risultati intermini di efficienza, economicità e tutela ambientale».

A Giorgio Arienti (Nella foto) abbiamo chiesto qual è il modello organizzativo che si sono dati i produttori per far fronte al nuovo compito che gli affida la norma sui Raee.
«I produttori sono all’opera già da tempo con la creazione di 15 sistemi collettivi che fanno capo al Centro di coordinamento. Serviamo già 1500 comuni e sono già 7500 i punti di raccolta. Ci siamo dati regole per operare bene ed evitare forme di competizione non corretta tra sistemi collettivi. Con questo accordo si potrà poi ottenere l’obiettivo – mi auguro- di avere numerosi comuni che si iscrivono e quindi di far partire il sistema che ormai si è rodato».

Gli obiettivi della direttiva erano quelli di garantire una migliore efficienza sulla filiera delle apparecchiature elettroniche sino al loro corretto recupero e quindi di migliorare le questioni ambientali legate a questo ultimo anello. Crede che l’obiettivo si potrà ritenere raggiunto?
«Gli obiettivi sono tre: maggior rispetto dell’ambiente è il primo. Che significa che i Raee debbono essere trattati correttamente e questo si può già definire realizzato perché i sistemi collettivi hanno dato criteri specifici per la qualità del trattamento. Il secondo obiettivo è il raggiungimento delle percentuali di riciclaggio del 75 o dell’80% in peso a seconda delle diverse apparecchiature e di reimmettere i materiali nel ciclo produttivo. E anche per questo le premesse ci sono. Il terzo obiettivo è quantitativo e quindi passare dagli attuali 4Kg procapite di Raee raccolti e avviati a recupero a numeri maggiori sino a raggiungere i 12- 16 Kg procapite dei paesi più avanti in questo. Questo obiettivo è fortemente condizionato dall’accordo che abbiamo siglato oggi».

C’è un altro punto, oltre al rispetto di particolari requisiti a garanzia del corretto recupero, che è quello del rispetto del principio di prossimità. Su questo crede che si possa migliorare?
«E’ una riflessione che stiamo facendo. E questo elemento che indica tocca questioni molto serie. Il fatto è che per alcune tipologie di Raee il trattamento corretto richiede investimenti ingenti e tecnologie avanzate e se la piattaforma è sottodimensionata non garantisce che il recupero avvenga in maniera corretta. Ed è evidente che su questo punto si mescolano dinamiche gestionali da non sottovalutare né dal punto di visto ambientale né da quello economico. Come Ecodom, il consorzio di cui sono presidente, abbiamo affidato ad Ambiente Italia una ricerca per effettuare un bilancio complessivo del sistema, che tenga in conto la moltiplicazione dei centri di recupero a fronte di una loro aggregazione e le conseguenze che i due scenari comportano. Sarà pronta ad ottobre ed allora avremo maggiori elementi per portare a termine questa riflessione e prendere le strade migliori».

Torna all'archivio