[18/07/2008] Energia

Commissione Ue ferma progetto centrale a carbone del Sulcis

LIVORNO. Nato per rispondere alla forte protesta dei minatori che non volevano la chiusura delle miniere di carbone del Sulcis (erano gli anni del primo governo Prodi) il progetto della centrale elettrica alimentata a carbone è ancora al palo. La Commissione europea ha infatti fermato il progetto della nuova centrale a carbone del Sulcis, perché ritiene che gli incentivi previsti dallo Stato per la sua realizzazione possano essere lesivi della concorrenza. Ma senza l’ausilio della finanza pubblica le imprese che dovrebbero partecipare alla gara per la costruzione e la gestione, non si fanno avanti. Quindi l’empasse è per il momento assicurata, dato che la Commissione europea che ha dato lo stop agli aiuti statali ha avviato a proposito un’indagine formale e invitato l’Italia a «sospendere immediatamente qualsiasi azione che conduca all’ulteriore avanzamento del progetto come previsto fino a d oggi».

Il progetto della centrale prevede un ciclo integrato tra l’estrazione del carbone e l’impianto per produrre energia alimentato dal combustibile fossile, un modo per valorizzare la miniera, dato che il recupero economico dei costi si avrebbe soprattutto con la produzione di energia elettrica. L’energia verrebbe poi venduta sul mercato a prezzi maggiorati (grazie agli incentivi statali), mentre le imprese sarde potrebbero ottenere sconti sulle tariffe. Ed è su questo che si sono concentrate le obiezioni della Commissione, perché potrebbe «dare un vantaggio competitivo non dovuto al nuovo impianto, che riceverebbe un aiuto operativo, e anche ai consumatori finali, che avrebbero la possibilità di comprare elettricità a prezzi artificialmente bassi».

Una bocciatura che già era stata data due anni fa sempre dalla Commissione europea e che torna oggi perché gli incentivi statali permangono nel progetto. Una vicenda che mette in evidenza il paradosso della politica energetica di questo paese, che continua a dare incentivi statali destinati alle fonti energetiche rinnovabili a progetti che di rinnovabile non hanno assolutamente niente. Difficile infatti considerare il carbone che è la fonte maggiormente responsabile delle emissioni di anidride carbonica una energia da incentivare, quando poi dovremo pagare in bolletta le multe per lo sforamento dei limiti alle emissioni che ci sono stati assegnati in base al protocollo di Kyoto. Ancora più paradossale il fatto che tutto questo avvenga in una regione come la Sardegna in cui si blocca lo sviluppo di energia eolica perché accusata di rovinare il paesaggio dell’isola.

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