[22/07/2008] Urbanistica

La "funivia" delle 5 Terre divide Italia Nostra e Legambiente

LIVORNO. Dopo le pale eoliche ora è un "ascensore-funicolare" a dividere i due ambientalismi di Italia Nostra e Legambiente, la dimostrazione di una diversa concezione del "moderno" e dell´intervento nelle Aree protette, visto che stavolta si tratta di quello che è considerato il parco nazionale meglio gestito di Italia (e in maniera più innovativa): quello delle 5 Terre.

Italia Nostra si oppone con forza alla realizzazione di una "funivia", che in realtà è più simile ad un "ascensore-funicolare" per collegare, con una sola campata lunga due chilometri, la notissima via dell´amore a i 600 metri della vetta del monte Parod e al forte di Bramapane, La "funivia" è osteggiata direttamente dal Consiglio nazionale di Italia Nostra che sottolinea che «Una struttura di questa natura determinerebbe l´occupazione di spazi attualmente liberi nel luogo di partenza e in quello di arrivo con la inammissibile alterazione della delicata morfologia del territorio e dunque con lesione della stessa integrità fisica di aree protette. L´impianto, con la realizzazione delle invasive stazioni a valle e a monte e la successione dei piloni di sostegno, altererebbe l´immagine del parco, interferendo nelle molteplici visuali da terra e dal mare».
Secondo Italia Nostra la realizzazione dell’opera determinerebbe «l´introduzione di un sistema artificiale di mobilità dentro il parco e in zona di protezione naturalistica sul modello, del tutto estraneo al paesaggio costiero, delle attrezzature a servizio delle zone sciistiche di montagna».

Non è assolutamente d´accordo con Italia Nostra il vicepresidente di Legambiente, Sebastiano Venneri: «Non è possibile che ogni modifica del territorio sia considerata uno sfregio all´ambiente. Al contrario, realizzare il collegamento in funivia tra le Cinque Terre e la Val di Vara, ci sembra un´ottima idea e una sfida che dimostra, ancora una volta, che non c´è solo un ambientalismo che blocca e conserva, ma anche uno che modifica e innova. E dimostra inoltre che i parchi, se ben gestiti, possono rappresentare un fattore di sviluppo e rilancio non solo all´interno dei propri confini, ma anche per i territori limitrofi. C´è un ambientalismo che blocca e conserva ma che rischia di fare danni incalcolabili al territorio. Senza innovazione e senza un´idea di futuro, infatti, qualsiasi luogo sarebbe condannato a una misera gestione del presente ed è quello che accadrebbe alla Val di Vara, la valle d´arrivo della funivia delle Cinque Terre, una valle bella e ricca di tradizioni e produzioni di qualità, ma tagliata fuori dai consistenti circuiti turistici della zona».

Secondo Stefano Sarti, presidente di Legambiente Liguria, «la funivia sarebbe anche un´occasione per decongestionare le zone più frequentate delle Cinque Terre e favorire la frequentazione di una valle altrimenti condannata dalla marginalità all´effetto presepe: bello, ma fermo. E questo è esattamente quello che è successo per le Cinque Terre che una decina d´anni fa, prima dell´istituzione del parco, erano un territorio marginale, decadente e destinato allo spopolamento. Se allora si fosse pensato solo ad ingessare e conservare il territorio delle Cinque Terre a quest´ora probabilmente avremmo solo un vago ricordo di quei luoghi che sono diventati, al contrario, vivi, frequentati e conosciuti in tutto il mondo proprio grazie alle modifiche che sono intervenute, alla creazione di nuovi sentieri (anche allora qualcuno gridò allo scandalo…), alla costruzione delle cremagliere, alle vere e proprie opere pubbliche realizzate dal Parco che hanno permesso a un territorio e alla sua gente di entrare nel futuro scommettendo sull´ambiente. Legambiente è ovviamente favorevole a patto che il progetto della funivia sia realmente compatibile con il territorio. Vigileremo perché l´opera sia realizzata con i criteri adeguati a un territorio così pregiato, ma ci sembra intollerabile il pregiudizio di chi boccia a monte un´idea così innovativa».

Il presidente del parco delle 5 terre, Franco Bonanini, sembra abbastanza sconcertato per la piega che ha preso la vicenda, almeno a leggere quanto detto oggi a Repubblica: «Non capisco la critica perché il progetto definitivo ancora non c´è. L´idea in ogni caso è quella di realizzare una funivia che parta da mezza costa, ad una sola campata, senza piloni intermedi e con strutture necessarie solo ad ospitare i macchinari meccanici. Tra l´altro il percorso è in una valle chiusa, senza vista sul mare. È una scelta per alleggerire la costa. Attualmente le migliaia di visitatori, quasi tutti escursionisti, si concentrano in una porzione minima di territorio, il 4 forse il 5%. In più, con la funivia, si potranno offrire opportunità turistiche anche ai comuni e ai borghi dell´altro versante della val di Vara».

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