[29/07/2008] Parchi

Riserva di Campolino, tempio della salvaguardia a due passi dall´Abetone

FIRENZE. 98 ettari di Wilderness in via di lenta ricostituzione, in una delle due stazioni appenniniche di origine naturale di abete rosso (Picea abies): questa è la Riserva orientata di Campolino, situata nell’alta val Sestaione, in prossimità del comprensorio sciistico dell’Abetone (Pt). Istituita nel 1971, ma attiva concretamente dal 1976, la riserva è contraddistinta da una popolazione pura (pecceta) di abete rosso in alto (fino alla quota massima di 1850 m, dove il bosco si stempera in praterie cacuminali), mentre più in basso (i 1442 m del lago del Greppio costituiscono il limite inferiore) si riscontra una consociazione mista abete rosso - abete bianco – faggio.

Pur essendo l’abete rosso una tra le piante più utilizzate al mondo per rimboschimenti e vivaismo, e pur essendo il suo areale di indigenato molto ampio (dalle Alpi al nord della Siberia), la sua distribuzione (in popolazioni naturali) sul territorio nazionale diviene frammentata dalle Alpi Pennine verso sud e verso ovest, a causa di fattori sia antropici, sia soprattutto climatici: in particolare sono presenti come detto solo due stazioni appenniniche relitte, una al passo del Cerreto (Re) e una, di maggiori dimensioni, a Campolino (Nella foto di Castorino il torrente Sestaione). La scoperta della naturalità del popolamento si deve a indagini pollinologiche condotte nel 1936 dal prof. Chiarugi dell’università di Firenze.

La particolarità della pecceta di Campolino è data dalla sua posizione contigua agli impianti sciistici, cosa che ha costituito – e continua a rappresentare - fonte di contrapposizione politica: delle quattro valli del comprensorio dell’Abetone (val Buia, val di Luce, val di Lima e val Sestaione) tre sono attualmente utilizzate per il turismo invernale, mentre in alta val Sestaione erano presenti alcuni impianti – contigui alla riserva - che sono stati chiusi definitivamente nel 2001.

Lo sviluppo urbanistico e infrastrutturale del comprensorio si sta in questo momento rivolgendo verso la val di Luce, più adatta agli standards (accessibilità, comodità, sicurezza) richiesti dal turismo sciistico odierno, mentre nell’alta val Sestaione è in atto un percorso di rinaturalizzazione che è sostenuto anche dalla presenza, in zona, di due Zps (Abetone e Campolino), del Sic “Alta val Sestaione” (codice Bioitaly IT5130001) e di alcune riserve biogenetiche.

Nella parte bassa della valle (zona di Piandinovello, comune di Cutigliano) erano pure presenti impianti, anch’essi chiusi, ma per alcuni dei quali è in discussione la riapertura, che comunque non andrebbe a danneggiare l’integrità della pecceta poichè prescrizioni ministeriali hanno imposto una riduzione della superficie sciabile al fine di tutelare la particolarità botanico-ecologica della riserva e anche alcune emergenze faunistiche della zona, come per esempio il Rampichino alpestre Certhia familiaris.

Mentre la val Sestaione è genericamente accessibile agli escursionisti, il grado di protezione all’interno della riserva è pressoché totale: la zona della pecceta è accessibile solo tramite visite guidate (rivolgersi al Corpo Forestale dello Stato, via del Carmine, 8 a Pistoia tel. 0573 23103-4), e la qualifica di “Riserva integrale” non è stata attribuita solo perchè sono necessari saltuari lavori di sistemazione, che vengono svolti sotto il coordinamento della Forestale. Si ha quindi una zona che è ben diversa da ciò che si intende comunemente per “area protetta”, che prevede cioè un grado crescente di attività produttive, compatibili con le quattro tipologie – zone a, b, c, d – introdotte dalla legge 394/91 art. 12 comma 2: il bosco di Campolino è un vero e proprio tempio della salvaguardia, che protegge un popolamento che - oltre ad avere caratteri di unicità geografica e corologica – è estremamente delicato: anche se non sono presenti significative infestazioni di insetti corticicoli – pur attive in altre parti del comprensorio - le ridotte dimensioni dell’area protetta e l’incertezza sul futuro andamento climatico costituiscono fattori di rischio concreto per la sua integrità.

Essendo già presenti nell’area, come detto, svariate zone di protezione, è auspicabile una evoluzione della politica di salvaguardia verso la creazione di un’unica area protetta a carattere regionale (già ipotizzata nel 1997 dal II Programma regionale per le aree protette) che riassuma e dia sistematicità al sistema dei vincoli in atto, al fine di percorrere la duplice politica di una migliore salvaguardia (es. intensificazione delle reti ecologiche) e di un miglioramento dell’offerta turistica locale per quanto attiene al turismo non invernale. Opportunità di sviluppo sembrano essere rappresentate anche dall’attuale discussione sulla nuova legge per le aree protette della regione Toscana, e dalla prossimità territoriale del Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano: non sembra azzardata l’ipotesi che, intorno al “nucleo” rappresentato dalla Riserva orientata di Campolino, possa in futuro costituirsi un’area protetta di valore nazionale (anche in conseguenza della ricchezza ecologica e naturalistica di tutta la parte alta della val Sestaione, e non solo della pecceta), in modo analogo a quanto avvenuto per la Riserva integrale di Sassofratino, oggi cuore del Parco delle Foreste casentinesi.

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