[30/07/2008] Consumo

Auto 1° semestre 2008: metano e gpl bene ma non benissimo

LIVORNO. Mentre ogni giorno timorosamente scrutiamo le tabelle dei distributori nella speranza di veder scendere di qualche centesimo il prezzo della benzina (prima erano in pochissimi quelli che riuscivano tra uno stop e un sorpasso anche a memorizzare quale benzinaio avesse l’offerta più conveniente), il mercato dell’auto continua la sua discesa, sia per quanto riguarda il nuovo che l’usato, con cali percentuali per le varie case automobilistiche (dopo anni di continua crescita) dove la doppia cifra non fa ormai più notizia.

Venerdì saranno diffusi i consueti dati relativi alle immatricolazioni del mese di luglio e sarà l’ennesimo bagno di sangue per le imprese automobilistiche, che pure hanno cercato una via d’uscita di emergenza, in questi ultimi mesi, puntando su minori consumi e su carburanti alternativi, come gpl e metano (la Volkswagen, dopo la campagna imbastita in fretta e furia per regalare l’impianto gpl ha dovuto chiedere ai propri clienti di pazientare qualche mese perché non riescono a evadere le richieste non avendo un sistema produttivo pronto a questo, per loro nuovo, mercato).

Nonostante questo non è che le vendite di auto ibride o le trasformazioni a gas possano vantare in questi primi sei mesi grandi exploit. Certo, il saldo è comunque positivo, visto che nei primi 6 mesi dell’anno sono state immatricolate, secondo le rielaborazioni del centro studi del Consorzio Ecogas su dati CED – Ministero dei Trasporti - 43266 veicoli a metano (il 26,4% in più rispetto ai primi sei mesi del 2007) e 30468 benzina/gpl.

Le proporzioni si ribaltano quando si prende in considerazioni la trasformazione di veicoli tradizionali su cui viene montato anche l’impianto a metano (20342 veicoli) o a gpl (107039). L’andamento lascia prevedere un largo superamento di quota 300.000 veicoli che nel corso del 2008 passeranno all’alimentazione a gas.

Interessante per quanto riguarda i veicoli a metano il dato disaggregato per regione (fornito invece da Federmetano) , che dimostra quale sia oggi il vero punto debole del metano per autotrazione, ovvero la distribuzione, con appena 700 impianti di rifornimenti sparsi in modo non uniforme lungo la penisola e con una legge nazionale vetusta che non permette l’erogazione self service 24 ore su 24. Le regioni dove ci sono più distributori di metano immatricolano più veicoli: al primo posto l’Emilia Romagna (11388 auto e 975 veicoli commerciali a fronte di 135 impianti), Veneto (4600 mezzi e 107 impianti); e poi un gruppetto di regioni (Toscana, Piemonte, Lombardia e Marche, quest’ultima con il più alto rapporto tra distributori/chilometri di strade) intorno a quota 4300 nuovi mezzi e un numero di impianti intorno al centinaio.

Che la rinascita del metano sia da ascriversi principalmente al caro-petrolio piuttosto che a sensibilità ambientaliste (tra l’altro ricordiamoci che il metano è comunque un carburante di origine fossile, anche se ha un impatto ambientale più basso rispetto agli altri), non è certo una scoperta, ma resta comunque una conseguenza (positiva) di una crisi che pian piano comincia ad orientare il mercato. Riorientamento solo in parte incentivato dal governo italiano con i bonus per le auto a gpl e metano e molto di più invece, e non è un bene, in virtù di una “catastrofe” finanziaria che miete illustri vittime, a partire dalle case automobilistiche e dal sogno infranto del modello americano “sempre di più, sempre più grosso” incarnato metaforicamente nel mito ormai diventato incubo dei Suv. Con buona pace degli operai delle fabbriche di auto che saranno le prime vittime innocenti di questa riconversione figlia del mercato e delle sue regole.

Torna all'archivio