[31/07/2008] Consumo

L´Electrolux dai frigo alle rinnovabili, quando il mercato si orienta alla sostebilità...

LIVORNO. Quanto sta accadendo all’Electrolux di Scadicci è di grande interesse per chi, come noi, lavora per un’economia ecologica e osserva, da un punto di vista dichiarato, quello che succede special modo in Toscana. In attesa dell’agognato happy end, ovvero la riapertura della fabbrica e la riassunzione dei circa 430 operai, vale la pena rimettere insieme tutti i pezzi di questa vertenza partendo dai motivi della crisi fino alla svolta di ieri.

La svedese Electrolux, ricordiamolo, produceva frigo e, nonostante lo stabilimento di Scandicci non avesse problemi, ha deciso di chiuderlo e delocalizzare la produzione. I lavoratori si sono sempre opposti e non hanno mai mollato un centimetro chiedendo aiuto e facendosi sentire ovunque nel territorio nazionale. La decisione, quindi, da parte dell’azienda di non chiudere ma di trovare un imprenditore che le subentrasse è prima di tutto una vittoria degli operai. Al di là del fatto che poi le istituzioni non si siano certo tirate indietro.

Fin qui, diciamo, l’aspetto relativo alla sostenibilità sociale della vicenda che potrebbe, e lo speriamo fortemente, concludersi senza il bagno di sangue prospettato all’inizio quando gli svedesi volevano abbassare la saracinesca e salutare velocemente Scandicci e la Toscana.

Ma c’è di più: oltre all’impegno dell’Electrolux, un fatto che non ci pare abbia precedenti, dal mercato è arrivata una risposta niente male dal nostro punto di vista, dato che la proposta più interessante che è stata scelta viene da un’impresa che produce pannelli solari e pale eoliche. Si tratta di Energia Futura che quindi riconvertirà una fabbrica di frigo e andrà in parte pure a colmare un vuoto pressoché totale in Toscana di aziende che lavorano in questo settore.

Non può essere casuale, dunque, che il mercato in questa situazione di crisi generale di fronte all’opportunità di riconvertire un’azienda di cui si è decisa la chiusura ne fornisca una che lavora nelle rinnovabili. Questo segnale difficilmente equivocabile dovrebbe fare alzare per l’ennesima volta le antenne alle istituzioni a tutti i livelli che potrebbero (dovrebbero) mettere in campo tutti gli strumenti a loro disposizione (incentivi in primis) per facilitare la crescita di aziende che lavorano su tutta la filiera energetica virtuosa a partire dall’efficienza e il risparmio fino alla realizzazioni di impianti solari, fotovoltaici ed eolici che ridurrebbero anche i costi grazie ad una filiera più corta: esempio su tutti, le pale eoliche che utilizziamo anche in Toscana sono quasi tutte di provenienza cinese.

Il mercato, infatti, fa da sé e se a Scandicci ha dato questo risultato, in altri, vedi la vicenda sempre toscana della Delphi, ne ha dato un altro: la Delphi infatti era una azienda di componentistica auto e il mercato, per la sua riapertura peraltro ancora in dubbio, due anni fa diceva Suv e così Rossignolo si è fatto avanti con un progetto che ora, a noi, qualche dubbio ce lo pone, visto che come noto quelle supercar non tirano più molto. Ma questo, appunto, è il mercato lasciato alla sue regole.

L’economia ecologica è altro e non si esaurisce certo a Scandicci, ma nelle piccole realtà se ne possono capire meglio i funzionamenti e le potenzialità.

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