[01/08/2008] Energia

Un tempo da giramenti di pale

LIVORNO. «Affrontare la questione energetica, e soprattutto quella dell’energia buona, cioè di fonte naturale - sole, vento, maree, eccetera - a colpi di carte bollate, Tar e Consigli di Stato non è certo il modo migliore per giungere a risultati soddisfacenti per tutti sul piano della produzione di energia pulita (e infinita, di fatto) e su quello del paesaggio». scrive oggi su Il Tirreno Vittorio emiliani, presidente del Comitato per la bellezza. E come dargli torto!

Siamo il paese in cui non si fa un piano energetico dal 1988, in cui quindi non esiste una strategia energetica (tanto che si rilasciano le autorizzazioni ai rigassificatori laddove vengono richieste e laddove il progetto supera la Via e non sulla base di una precisa pianificazione energetica). Quindi non è solo l’eolico che, come dice Emiliani «sta crescendo in Italia in una pressoché totale assenza di pianificazione» ma è tutto il comparto energetico che soffre del medesimo male. Con la differenza però che l’eolico è una fonte che necessita di vento per poter produrre energia e che, quindi, va fatto almeno dove il vento è sufficiente a far girare le pale.

Che è poi, tanto per fare un esempio non casuale ( checchè ne dica Emiliani), il motivo per cui è stato scelto il sito di Poggi Alti a Scansano, dove l’unico ad essere disturbato dalla presenza delle pale (che girano) è stato il proprietario del castello di Montepò, Jacopo Biondi Santi, che è anche uno dei produttori di Morellino. Ma non certo l’unico e quindi nemmeno l’unico a poter avvalersi del richiamo al bel territorio e del centro storico di pregio «sui mercati esteri, con l’immagine della Toscana, divenendo così parte del marketing». Ma non risulta che abbiano fatto ricorso gli altri produttori al suo fianco, per il danno recato dalla presenza del parco eolico al proprio business. Come altrettanto non risulta che vi siano state «pulsioni di fuga in chi ci abita o ci andava a fare vacanza». Risulta anzi che la popolazione di Murci e di Scansano sia ben contenta del parco eolico, che sta portando anche un po´ di ecoturismo. Dispiacerà a Emiliani, ma è così.

Sull’avifauna, poi vale la pena ricordare che nell’area dove ora sorge il parco eolico era concessa l’autorizzazione alla caccia che, è risaputo, è una attività sicuramente d’impatto per l’avifauna, dato che ne è il bersaglio! Impatto che va verificato (giustamente) anche nel caso della presenza di aerogeneratori che girano e che, nel caso di Scansano, come ha dimostrato il monitoraggio è risultato non esserci.

Il fatto che questo monitoraggio sia stato condotto dopo che le pale erano in funzione e non prima è il vizio sul quale il Consiglio di Stato ha giudicato ammissibile il pronunciamento del Tar, come recita la motivazione della sentenza, ma è anche la prova provata (a pale in funzione) che impatto non c´è. Comunque questo è l’unico punto su cui il Tar ha dato ragione alle parti che hanno fatto ricorso. La sentenza è pubblica e quindi si può leggere.

Si può discutere (non sulla sentenza, naturalmente) ma sul fatto se un monitoraggio che deve prendere in considerazione il disturbo causato alla fauna sia più utile prima o dopo. Senza dubbio anche le norme lo richiedono prima perché qualora vi fosse, sarebbe poi necessario abbattere l’opera realizzata e se si deve ragionare con il metro del buon senso, questo ci dice che è meglio farlo prima, cercando di interpretare quale sarà l’impatto, che non poi dover abbattere quanto già realizzato. Ma sempre con il metro del buon senso è abbastanza ovvio che è certamente più indicativo se fatto dopo che non prima.

Comunque sia, come afferma Emiliani può anche darsi che «le regioni e pure alcune associazioni ambientaliste abbiano sposato la causa dell’eolico comunque e dovunque» anche se dalle cronache e dalle posizioni pubbliche emerge sempre come criterio direttore anche quello della tutela del paesaggio e della verifica preliminare, in ogni caso questo non riguarda la Toscana. Sia perchè il Pier è a disposizione di chiunque voglia parlare con cognizione di causa, sia perchè non si conosce associazione ambientalista che propugna eolico a raffica a prescindere da qualsiasi valutazione preventiva. Risulta semmai il contrario, che vi siano invece posizioni contrarie a prescindere, tanto che anche laddove le pale si prevedono in aree industriali, dismesse o no, c’è sempre qualcuno che rema contro. L´ultimo esempio viene proprio da Il Tirreno che dedica una paginata intera per definire " impatto devastante" quello di quattro pale accanto ad una discarica e in area industriale ( cioè proprio dove Emiliani, invece, dice che andrebbe fatto l´eolico).

Il fatto allora di spostare sempre il pallino, fa parte di quella cultura del benaltrismo che- alla fine dei conti- porta a dare ragione a chi come nell’attuale governo ( ma anche fra qualche insigne studioso a capo di comitati) sostiene che è meglio tornare al nucleare che baloccarsi con l´eolico. Nucleare, ci si permetta, che oltre a rovinare il paesaggio (come del resto potrebbe farlo anche l´ anello solare grande come il raccordo anulare di Roma propugnato da Emiliani) ha (e dà) anche qualche altro problema. E non certo di minore importanza.

Che poi si proponga, per tutelare il paesaggio, di realizzare una centrale nucleare anzichè un parco eolico, come è stato proposto per Volterra, comune dove appunto si è scritto nel regolamento urbanistico il no assoluto a qualsiasi pala eolica, è un segno dei tempi. Che tempi, ragazzi!

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