[05/08/2008] Consumo

Hamburger a dieta

LIVORNO. Una delle notizie del giorno è che la McDonald’s, la potente multinazionale statunitense leader mondiale dell’alimentazione fast food, ha deciso di ridurre la quantità di determinati ingredienti nei propri prodotti per poter continuare a vendere hamburger allo stesso prezzo e quindi continuare ad avere gli stessi profitti. Da un punto di vista di economia aziendale il ragionamento non fa una piega, ma il problema è che le regole della finanza non si possono (o non si dovrebbero) applicare a tutti i settori merceologici. Infatti la notizia non è di eliminare una fetta di formaggio da un panino, per continuare a venderlo ad un dollaro, ma poiché gli americani sono abituati (o meglio dire assuefatti?) a quel sapore, la multinazionale sta cercando con i propri esperti di trovare surrogati al formaggio, con il dichiarato scopo (!) di spendere meno in materie prime pur garantendo lo stesso prodotto (quindi lo stesso sapore).

Anche qui da un punto di vista chimico, il discorso non fa una piega, poiché da anni esistono gli edulcoranti, gli additivi, i coloranti, i conservanti, semmai il problema è di capire cosa si acquista, cosa si mangia e cosa si metabolizza. Per esempio un “Mc menu”, composto da 1 panino “big mac”, da una porzione di patatine e da un bicchiere di cola media, raggiunge le 1.135 kcal (www.mcdonalds.it), vale a dire con un ”semplice” pasto da tre euro si ottiene la metà dell’apporto calorico medio giornaliero di un adulto. Ma se andiamo ad analizzare le caratteristiche degli ingredienti, vediamo che questo pasto è composto dal 66% di grassi (il doppio di una dieta bilanciata), dal 46 di carboidrati (9% in meno) e dal 43% di proteine (3 volte di più). Eppure la multinazionale promuove e pubblicizza una specifica campagna di marketing per il rispetto della sicurezza alimentare. Ma se è vero quello che diceva nell’ottocento Otto von Bismarck “Meno le persone sanno di come vengono fatte le salsicce e le leggi e meglio dormono la notte”, è evidente che questa notizia finirà presto nel dimenticatoio.

Come del resto è successo a Super size me, il film/documentario divertente ed interessante che narra le vicissitudini di un cittadino americano che vuole verificare su se stesso l´effetto che ha sul suo corpo affidare completamente per un mese la propria alimentazione nelle mani di Mc Donald´s. 10 kg in più e delle analisi cliniche che lasciano sconcertati i medici che seguivano il protagonista dall´inizio del mese di “Mc alimentazione”. Nello stesso film ci sono molte informazioni sulla situazione dell´alimentazione industriale e "dell´epidemia" di obesità negli USA. Immagini sconcertanti, ma vere. La logica “dell’arricchirmi tutto e subito" è quella che sottende, come poteva essere il contrario, anche l´industria alimentare. Quindi se per queste aziende riempirci con mega porzioni per qualche centesimo in più era diventato l´agognato profitto (mentre per il consumatore diventava un grave problema di salute) adesso per continuare a mantenere inalterati i dividendi decidono pure di ridurre la qualità degli ingredienti (senza dimenticarci che, fino ad ora, non è che mettessero nel “cheese burger” il parmigiano reggiano…).

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