[08/08/2008] Rifiuti

Campania e rifiuti: facimme a muina

LIVORNO. Il presidente-spazzino ha tolto i rifiuti dalla Campania e ieri a Napoli ha impugnato una ramazza a simbolo della ripulita da mostrare al popolo festante e plaudente. Le foto dell’enfatico gesto oggi campeggiano su tutti i quotidiani e ancora una volta, dal nostro modesto punto di osservazione, ci chiediamo: ma davvero l’emergenza rifiuti in Campania è terminata? E come è stato possibile visto che quasi niente, dal punto di vista strutturale, è cambiato?

Ne abbiamo parlato con Stefano Ciafani, Responsabile scientifico nazionale di Legambiente.

«Berlusconi è bravo a vendersi una cosa che in realtà già Prodi e persino lo stesso Berlusconi nel 2005-2006 avevano già fatto, ma che allora non erano stati bravi a vendersi in modo così televisivo. In sostanza sono stati tolti i rifiuti dalle strade e portati nelle discariche riaperte nelle province di Avellino e Benevento. Era già successo un anno fa quando Prodi aprì Serre e commissario era Bartolaso e che già era successo con i commissari di Berlusconi Pansa e Catenacci, ovvero quando ci si è trovati di fronte all’emergenza rifiuti non si è avuta altra scelta che aprire nuove o vecchie discariche, fino a quando l’emergenza acuta appunto, non veniva risolta».

«Va anche ricordato – prosegue Ciafani - che queste due discariche appena riaperte erano già previste da mesi e già individuate l’anno scorso con De Gennaro. Quindi non è cambiato nulla a parte che, fortunatamente, sono stati tolti i rifiuti dalle strade. Interventi strutturali che portano a dire che il problema sia risolto, invece, non sono stati messi in pratica. Perché per risolvere l’emergenza oltre ad aprire discariche, che sono indispensabili anche per il miglior ciclo integrato possibile dei rifiuti, ma non si può prescindere dalla risoluzione di altri problemi. Il primo dei quali è che non ci sono impianti compostaggio idonei a trattare i rifiuti organici e che questi paradossalmente vengono portati in Sicilia dove c’è peraltro un unico impianto a Catania che lavora solo per la Campania, visto che l’organico in Sicilia non lo raccoglie nessuno… Per ridurre i rifiuti in discarica poi, bisogna fare una raccolta differenziata spinta per la quale servono impianti che non ci sono. Per raccolta differenziata spinta intendo il porta a porta che deve essere fatto anche nelle grandi città, a partire da Napoli. Inoltre serve anche che sia attivo l’inceneritore di Acerra, per il quale invece servirà almeno un altro anno e mezzo. Gli altri tre inceneritori in programma, invece, ritengo che non servano e comunque se ne riparlerà si e no tra quattro o cinque anni».

Parlare di problema risolto, dunque, appare una pantomima e la domanda è: in assenza di quelle azioni strutturali, tra quanto tempo i rifiuti torneranno purtroppo a riempire le strade della Campania?

«Appena le due discariche, pur essendo capienti, saranno esaurite tutto tornerà come prima. Dunque, ripeto, bisogna nel frattempo aumentare il più possibile la raccolta differenziata, realizzare gli impianti di compostaggio, fare un piano regionale sulla riduzione rifiuti, che sarebbe davvero un bel colpo per la Campania, simbolo riconosciuto a livello internazionale di come non si governa il ciclo dei rifiuti. Certo sulla riduzione è lo Stato italiano che potrebbe davvero portare avanti una politica che dia risultati, ma anche a livello regionale si può fare qualcosa di significativo. Ma non è tutto».

Dica
«Se il governo Berlusconi vuole davvero fare un’azione meritoria, deve cominciare subito a bonificare le aree destinate al deposito temporanei dei rifiuti. Si tratta di centinaia di siti sparsi nelle periferie delle città campane dove i rifiuti sono finiti quando si dovevano per forza togliere dalle strade, ma che ora stanno sversando e perché non sono adatte allo scopo e quindi continuano ad inquinare. Parallelamente alla gestione dei rifiuti urbani, il governo dovrà poi procedere con la bonifica dei siti di smaltimento rifiuti pericoli in mano alle eco-mafie. Senza tutte queste azioni siamo e resteremo di fronte al solito teatrino televisivo che non serve a risolvere un bel nulla».

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