[11/08/2008] Rifiuti

Le fogne uccidono il sacro Gange

LIVORNO. Anche i fiumi sacri non resistono all´inquinamento terreno. Il Gange purificatore di corpi viventi e morti accoglie ogni giorno 89 milioni di litri di acque di fogna e la sua situazione peggiora sempre di più. Gli impianti di depurazione trattano circa il 13% delle fogne e lungo le sue rive salvifiche si muore di tifo, poliomielite e colera.

Una inedita coalizione di leader spirituali indù, scienziati ambientalisti e associazioni di difesa dell´acqua ha indetto grandi manifestazioni di protesta per obbligare il governo indiano ad occuparsi della crisi ecologica e sanitaria del Gange. Chiedono al governo di New Delhi di aumentare i controlli ambientali e le sanzioni per chi inquina il Gange e di dichiarare il fiume sacro patrimonio nazionale.

Il noto santone Baba Ramdev ha detto all´Indo-Asian News che «Il fiume è soffocato dalla sporcizia. Gli scarichi cittadini ed industriali raggiungono il fiume in maniera incontrollata, e questo riguarda la vita di 500 milioni di persone. Se il governo respinge le nostre richieste, daremo vita ad un movimento di massa a partire dal 18 settembre».

Ma il Gange è forse il più colossale esempio di quel che sta succedendo in tutti i grandi fiumi nei Paesi in via di sviluppo (e non solo) e gli attivisti chiedono a chi governa di fare davvero qualcosa, oltre alla retorica in occasione del l´International year of sanitation dell´Onu.

La situazione asiatica dimostra che sarà molto difficile l´obiettivo di dimezzare entro il 2015 il numero di persone privo dio accesso ai servizi igienici, con il trend attuale ci saranno 700 milioni di persone più del previsto prive di acqua e gabinetto e secondo Water Aid nell´Africa sub-sahariana quegli obiettivi non potranno essere raggiunti prima del 2076.

Secondo l´Organizzazione mondiale della sanità e l´Unicef , la percentuale di persone che defecano all´aperto sarebbe scesa al 18% nel 2006, era del 24% nel 19990, però, due miliardi e mezzo di persone non hanno ancora accesso a vere e proprie strutture igienico-sanitarie e i rifiuti umani entrano così a diretto contatto con l´acqua. Anche il G8 a luglio si è occupato di questo tema... decidendo di rimandare tutto al 2009.

Alla fine del mese si terrà la World water week che darà rilievo anche all´importanza delle strutture igienico-sanitarie. Qualche progresso comincia a vedersi: il Water supply and sanitation collaborative council a marzo ha lanciato il Global sanitation fund per il rispetto degli obiettivi del millennio nel settore igienico-sanitario e l´Unione europea ha contribuito con 50 milioni di dollari, mentre la Thekwini declaration, firmata da 32 Paesi africani, prevede che ogni Paese destini l´ 0,5% del Pil alla realizzazione di strutture igienico-sanitarie. Troppo poco secondo End water poverty, una coalizione di 75 associazioni africane ed asiatiche che chiede ai governi di stanziare almeno l´1% del Pil in questo settore.

In India, i leader religiosi non si affidano più ai miracoli per ripulire il Gange, chiedono impianti di depurazione e di risolvere i problemi igienico-sanitari delle città che si affacciano sul fiume. Dal 1982 oggi, il governo indiano ha stanziato 51 miliardi di rupie (1,2 miliardi di dollari) per ripulire il Gange, ma i depuratori funzionano male e a singhiozzo, anche a causa delle continue interruzioni di elettricità. Ora, sotto la pressione di ambientalisti e religiosi, ci si sta rivolgendo alla fitodepurazione.

Secondo John Sauer, portavoce di Water Advocates, «Non abbiamo bisogno di una pallottola d´argento. In molti casi è necessario investire semplicemente nella realizzazione di latrine. Abbiamo molti strumenti a disposizione per affrontare questo problema, ma non siamo in grado di usarli».

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