[19/04/2006] Urbanistica

Piombino, la città e l´industria secondo il sindaco Anselmi

PIOMBINO (Livorno). Il sindaco di Piombino Gianni Anselmi, ha introdotto il convegno "le città e l´industria nel futuro dell´Italia" con l´intento di «consegnare la nostra città ad un dibattito nazionale e capire con quali strategie, strumenti, relazioni, possiamo collocarla nelle più avanzatepolitiche industriali dell´Italia e dell´Europa».

Poi il sindaco è passato a fare il quadro della situazione di Piombino e della Val di Cornia:
«un centro di medio-piccola dimensione, collocato in un territorio dalle vocazioni multiformi, dove operano 3 grandi multinazionali della siderurgia (Severstal, Arcelor, Technit) che occupano con i loro impianti e con molte aree non utilizzate, circa 1.000 ettari (quasi 5 volte Bagnoli) di territorio; l´unico centro siderurgico italiano a ciclo integrale - ha sottolineato Anselmi - dopo la chiusura dell´area a caldo di Cornigliano, a presentare una compenetrazione urbanistica evidente tra impianti e processi ad alto potenziale inquinante ed ambito urbano da un lato e portuale dall´altro, con ovvie implicazioni sulla qualità della vita dei cittadini e in termini di rischio industriale; un sito portuale di interesse nazionale, terzo porto del paese per passeggeri e quinto per merci rinfuse, che può autorevolmente candidarsi, in sinergia funzionale con il porto di Livorno, come casello della autostrade del Tirreno, oltre che ribadire e auspicabilmente rafforzare la propria vocazione industriale; un´area costiera dove insiste una centrale da 1200 Mw, alimentata ad olio combustibile, funzionante attualmente a pieno regime solo nei momenti di picco del fabbisogno energetico nazionale».

Anselmi ha ricordato che Piombino è il terminal stabilito per il nuovo gasdotto che dovrebbe congiungere Italia ed Algeria, passando per la Sardegna, entro il 2009.
Ma Piombino è anche turismo, con 1 milione e 200.ooo presenze registrate nel 2005, agricoltura con performance eccellenti per alcuni settori, e piccola e media industria.

«Questo territorio - ha detto il sindaco - si colloca solo in parte nella immagine retorica della Toscana del paesaggio, della gastronomia e delle produzioni agricole di pregio; abbiamo i parchi ma non siamo il Casentino; abbiamo il vino ma non siamo il Chianti; abbiamo l´archeologia ma non siamo la Maremma; abbiamo un buon numero di piccole imprese ma non siamo un distretto industriale nel senso classico del termine».

Dunque occorre riflettere «non sul come ci si libera dall´industria, ma sul come essa sopravvive e si sviluppa tenendo insieme competitività e sostenibilità; promuovendo l´innovazione tecnologica e la ricerca, aggiornando i mix produttivi collocandosi sulla fascia alta del mercato, seminando sapere specifico e creatività sui territori, investendo senza indugi sulla sicurezza delle persone che lavorano».

Ma all´industria il sindaco vuole chiedere e dare: «Sono questi i principi che ci hanno guidato nelle vicende che hanno riguardato la cokeria 27 forni dello stabilimento Lucchini, per la quale si è raggiunto un accordo con l´azienda sulla chiusura senza lacerazioni nei rapporti istituzionali. Sono i principi che vorremmo rintracciare - ha detto Anselmi - nell´imminente nuovo piano industriale della Lucchini, il primo dell´epoca Severstal».

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