[13/01/2006] Rifiuti

Olmastroni (Cgil): «Sul "porta a porta" sentiamo anche i lavoratori»

LIVORNO. Ho letto con interesse le vostre riflessioni relative alla raccolta Porta a Porta, quale strumento per incrementare e qualificare la raccolta differenziata.
Incrementare e qualificare la raccolta differenziata, insieme a scelte di riduzione dei rifiuti, sono obiettivi condivisibili e sono parte integrante dell´azione che la Cgil Toscana porta avanti in tutte le circostanze.

La condivisione di una strategia generale non ci esime da una riflessione di merito sugli strumenti utili per renderla praticabile.
Sul Porta a Porta ho la sensazione che siano prevalenti alcune considerazioni ideologiche rispetto ad una valutazione obiettiva che analizzi tutte le facce del problema.

Credo che su questo tema sia utile aprire un confronto che investa tutti i soggetti interessati, a partire dai lavoratori che svolgono il servizio ed i cittadini coinvolti nelle sperimentazioni.

L´assessore regionale, Marino Artusa, ha esplicitato in più occasioni gli obiettivi, in materia di smaltimento dei rifiuti, della Regione Toscana da realizzare entro il 2010, inserendo fra questi l´estensione diffusa del metodo del Porta a porta, purtroppo senza nessuna concertazione preventiva con le forze sociali.

Non si tratta di una questione formale, ma di sostanza, in quanto una verifica del consenso, inteso come consapevolezza del problema, credo sia la condizione indispensabile per la realizzazione concreta degli obiettivi.

Se questa deve diventare una strategia regionale non può essere il frutto di azioni sporadiche nei vari territori senza un effettivo coordinamento ed indirizzo regionale ed un pieno e consapevole sostegno delle forze sociali rappresentative della realtà regionale.

Il sistema della concertazione consente di analizzare il problema da più angolature, mettendo in evidenza e senza alcuna pregiudiziale le varie problematiche, evitando di nascondere i problemi e le difficoltà che comunque esistono; ne voglio elencare alcune:

-1 la raccolta Porta a porta costituisce per i lavoratori impegnati in questo servizio un drastico peggioramento delle condizioni di lavoro e di sicurezza: lavoro all´aperto, contatto diretto con gli involucri contenenti i materiali da raccogliere, maggiore e diretta esposizione all´inquinamento da traffico;
-2 il modello organizzativo amplia l´area del lavoro dequalificato rispetto alla specializzazione;
-3 il sistema favorisce l´aumento delle esternalizzazioni e l´affidamento di queste attività a soggetti imprenditoriali, privati o cooperative, che fondano la loro competitività esclusivamente sulla riduzione del costo del lavoro, che poi come l´esperienza ci dice, significa mancato rispetto dei contratti di lavoro, abbassamento dei livelli di sicurezza del lavoro, utilizzo di forme contrattuali cosiddette "atipiche" nelle quali il dato caratterizzante è il precariato;
-4 l´aumento dei costi del servizio, che il Porta a porta determina, si traduce in aumenti della tariffa pagata dall´utenza, con pesanti ricadute soprattutto sulle cosiddette "fasce deboli";
-5 in molti casi il progetto non è legato ad una corretta contabilità ambientale e non sempre i materiali raccolti in modo differenziato sono avviati ad un corretto percorso di riuso e riciclo;
-6 è necessario evidenziare il maggiore disagio che questa modalità procura alle famiglie, in particolare devono essere lette attentamente le trasformazioni sociali delle popolazione e della composizione famigliare, allo scopo di evitare forme di avversione o scoraggiamento alla differenziazione, che invece costituisce un elemento culturale irrinunciabile.

Queste parziali considerazioni intendono insieme segnalare una preoccupazione, per decisioni e scelte non sempre ben ponderate nelle loro conseguenze, e la disponibilità ad un confronto a tutto campo per ricercare scelte condivise dalle forze sociali, dalle associazioni ambientaliste, dalle associazioni dei consumatori, dalle istituzioni.

* Guido Olmastroni
è coordinatore dipartimento Ambiente territorio salute e sicurezza sul lavoro, CGIL Regionale Toscana.

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