[13/08/2008] Rifiuti

Cané (AssoRaee): quale inquadramento giuridico per questi rifiuti e per i consorzi?

LIVORNO. Il decreto 151/2005 attribuisce precise responsabilità ai produttori di apparecchiature elettriche d elettroniche (Aee): l’obbligo di non utilizzare determinate sostanze pericolose nella fabbricazione e disegna un sistema di gestione dei rifiuti che provengono da queste apparecchiature dismesse (Raee), basato su raccolta differenziata, in carico ai comuni e da questi gestita, trattamento e recupero ad hoc con oneri economici posti a carico dei produttori delle apparecchiature nuove, finanziabile attraverso l’imposizione di una visible fee all’acquisto di un Aee nuova. Proprio su quest’ultimo punto secondo Assoraee, associazione che raggruppa i maggiori riciclatori di Raee, c’è ancora molto da lavorare.

«Occorre espandere ed intensificare le raccolte differenziate dei Raee – spiega il presidente di Assoraee Gabriele Cané - in primo luogo per raggiungere l’obiettivo che ha il nostro Paese di 4 kg/abitante per anno e per avvicinare i risultati dei paesi del nord Europa che sono ormai stabilmente al di sopra dei 10 kg/abitante per anno (con punte fino a 15). Si tratta di una mole notevole di rifiuti e di inquinanti che deve essere sottratta all’ambiente, ma anche di una quantità importante di metalli quali: ferro, alluminio, rame ed anche piccole quote di metalli preziosi che attualmente vanno perse e che si possono recuperare ed avviare al riciclaggio. Allo stato attuale vi è anche da registrare un notevole flusso di Raee che, in modo fraudolento, vengono avviati verso paesi del terzo mondo: Cina fino a qualche anno fa, ora Ghana ed altri paesi africani, ove, senza alcun controllo, si dà vita ad una sorta di “recupero” devastante in termini sanitari ed ambientali».

Purtroppo il D. lgs. 151/05 ha diverse carenze, a cominciare dall’inquadramento giuridico di questi rifiuti. Per esempio i Raee stoccati in un’isola ecologica, provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani sono di proprietà dei Consorzi o dei Comuni che li hanno raccolti? «Perché se la legge stabilisse che sono dei Comuni - prosegue Cané - questi rifiuti potrebbero essere offerti a chi è in grado di remunerarli, se invece la proprietà fosse dei Consorzi si aprirebbe uno scenario completamente da valutare».

La stessa natura giuridica dei Consorzi non viene chiarita dalla legge. «I produttori su indicazione dei Consorzi hanno stabilito l’ammontare della visible fee, ovvero della cifra che ogni consumatore paga all’atto dell’acquisto di un elettrodomestico nuovo, e cominciato ad applicarla ormai da diversi mesi – continua il presidente di Assoraee - Siccome questi soldi vengono direttamente dal consumatore, cioè sono soldi “pubblici”, bisognerebbe che fosse chiarito l’inquadramento giuridico dei consorzi che, fino a questo momento si sono dichiarati soggetti di diritto privato che devono rendere conto unicamente ai loro soci».

Si tratta di una questione che forse per il momento appassiona pochi, anche fra gli addetti ai lavori, ma che è di grande importanza perché riguarda complessivamente oneri e onori del trattamento. Anche perché in assenza di chiarezza capita per esempio che alcuni comuni non consegnino ai consorzi i rifiuti che raccolgono. Così come deve essere definito esattamente secondo l’inquadramento giuridico dei consorzi. «La legge dovrebbe dire una volta per tutte – conclude il presidente di Assoraee, se sia legittimo che un consorzio privato che rende conto unicamente ai suoi soci, copra l’80% del mercato, che, quindi, un monopolista di fatto e di diritto, non debba rendere conto in termini trasparenti, ad esempio, di come assegnerà i contratti».

«Ci risulta - conclude Canè - che in altri Paesi europei dove la direttiva Raee è stata applicata, pur permanendo la natura privata dei consorzi, si sia posto un tetto massimo alla loro concentrazione di mercato».


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