[19/08/2008] Consumo

I profughi ambientali del Pacifico bussano alle porte di Australia e Nuova Zelanda

LIVORNO. In previsione della riunione del Pacific islands leadership forum, che si riunisce da oggi in Nuova Zelanda per discutere di cambiamenti climatici, più di 100 organizzazioni non governative della regione Asia-Pacifico hanno inviato una lettera al primo ministro australiano Kevin Rudd ed a quello neozelandese Clark per chiedere ad Australia e Nuova Zelanda di rivedere i loro programmi in materia di immigrazione, per aiutare i profughi ambientali che fuggono dalle piccole isole del Pacifico a causa dei cambiamenti climatici.

La lettera chiede anche a Rudd e Clarck di ridurre le emissioni di CO2 dei loro Paesi e di stanziare maggiori risorse per il reinsediamento dei profughi e l´aumento della migrazione permanente.

Damien Lawson, di Friends of the Earth Australia, dice che «l´Australia ha bisogno di introdurre una nuova categoria dell´immigrazione per far fronte a coloro che sono costretti al reinsediamento. In ultima analisi, occorre riconoscere nel nostro programma in materia di immigrazione che nel Pacifico ci sono già persone sfollate a causa del cambiamento climatico, persone che sono state costrette a lasciare piccole isole ed atolli a causa dell´aumento del livello del mare. Pensiamo che nel nostro programma umanitario ci debba essere una categoria che riconosca la migrazione causata dai cambiamenti climatici. In entrambi i Paesi è sono necessari piani concreti di reinsediamento e di migrazione.

L´Australia e la Nuova Zelanda devono stanziare risorse per fare in modo che questa immigrazione possa essere fronteggiata e pianificare come possa avvenire il reinsediamento. Ma accanto a questo c´è bisogno di politiche sulla migrazione permanente per il Pacifico, messe in atto da Australia e Nuova Zelanda per contribuire a costituire risorse di base».

Il problema per le due potenze dell´Oceania non è di poco conto: tolta la poverissima Papua Nuova Guinea, Australia e Nuova Zelanda sono gli unici Paesi che hanno un territorio idoneo (e una scarsa popolazione) ad ospitare i profughi ambientali, ma la loro politica sull´immigrazione negli ultimi anni non è stata certo fra le più accoglienti (basti pensare alle navi di profughi afghani che l´Australia, confinante in isole sperdute, ha respinto verso il nulla dell´Oceano).

I due Paesi ospitano già una discreta immigrazione dalle altre isole del Pacifico (spesso le rimesse degli immigrati sono la maggiore fonte di entrate per i loro minuscoli Paesi) ed ora devono fare i conti con intere popolazioni, anche se di numeri ridotti, che chiedono di spostarsi in massa in Australia e Nuova Zelanda a causa della prossima sparizione fisica dei loro micro Stati insulari ingoiati dal mare. Creando anche un inedito problema politico: può uno Stato indipendente ammainare le proprie bandiere e trasferirsi armi e bagagli in un altro?

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