[19/08/2008] Consumo

Il dolce clima nord-europeo che fa paura alle Mauritius

LIVORNO. Non ci sono più le mezze stagioni, affermazione da sala d´attesa e discussione leggera, che il quotidiano L´Express di Port Louis, la capitale di Mauritius, traduce in maniera ben più preoccupante per il piccolo Stato insulare africano: «Non ci sono più le stagioni. In Europa, l´inverno diventa sempre più dolce e si conclude anche più presto del previsto. Diventa difficile distinguere le temperature invernali dalle temperature estive. Le conseguenze economiche dei cambiamenti climatici si fanno sentire a Mauritius».

La crisi riguarda soprattutto il tessile, un importante fonte di entrate dall´estero, che deve far fronte a una riduzione degli ordini che secondo Beas Cheekhooree, direttore generale di Rs Denim, è direttamente collegata al cambiamento delle stagioni «Nell´industria tessile, la domanda dipende dalla moda, che dipende dalle stagioni. Ora, le stagioni sono sempre più irregolari e la moda, volatile. Con il risultato che la nozione di collezioni stagionali ai nostri giorni non esiste più. Le collezioni cambiano ogni due mesi».

Naturalmente, vista da Mauritius, la crisi economica che riduce i consumi dei Paesi ricchi sembra poca cosa, e sono più preoccupati che i cambiamenti climatici li stia costringendo ad un costoso sforzo di adattamento delle tecniche produttive e di gestione delle fabbriche tessili.

Su l´Expess, Danielle Wong, direttrice della Mauritius export association, fa notare che «il settore tessile mauriziano si è costantemente adattato alle evoluzioni. Per esempio, i prodotti in lana hanno lasciato spazio a prodotti più leggeri. La domanda di maglioni è considerevolmente calata. La tendenza e piuttosto verso gli scialli, meno ingombranti e più facili da togliere».

Anche per quanto riguarda i colori la confusione fa impazzire gli imprenditori di Mauritius: i colori scuri non sono più appannaggio delle collezioni invernali e quelli vivaci si portano tutto l´anno. «I cambiamenti di stagione e l´evoluzione della moda hanno fatto perdere molti soldi e clienti all´industria tessile mauriziana», conclude sconsolata la Wong.

Ma più che per il tessile Mauritius è preoccupata per la sua vera grande industria nazionale: il turismo, anche se i problemi sono diversi.

Che l´inverno europeo sia mite o meno non sembra avere conseguenze significative sul numero di arrivi. Ma se i ricchi vacanzieri europei ricercano luoghi dove il tempo sia sempre bello, la scelta di altri Paesi europei è ora più facile. E´ una tendenza che a Mauritius vedono con preoccupazione prendere piede soprattutto nei loro mercati tradizionali: Francia, Gran Bretagna e Germania.

In più la dolce Mauritius accoglie un turismo fatto soprattutto di famiglie e coppie che di solito non reagiscono a tendenze stagionali e prenotano anche con mesi di anticipo, per ora le previsioni per le feste di fine anno sembrano buone, ma la bassa stagione è stata al di sotto delle aspettative: tra gennaio e giugno la crescita è stata del 5,5 %, con 455.758 arrivi e l´industria turistica, temendo che la crisi morda, ha deciso di rivolgersi ad alcuni mercati europei definiti "a capacità di reazione rapida", La Mauritius tourism promotion authority ha lanciato una campagna promozionale in un Paese turistico per eccellenza, la Spagna, per dare impulso al settore, contando sul fatto che chi fa turismo poi deve anche andare in vacanza.

Se il clima europeo incide poco, il turismo di Mauritius teme comunque una congiuntura economica difficile per il Paese. L´Association des hôteliers et restaurateurs de l´île Maurice ha evidenziato che i costi operativi hanno conosciuto un aumento, soprattutto in ragione dell´aumento del costo dei carburanti, per l´apprezzamento della Rupia sul dollaro e per l´aumento dei prezzi alimentari. Come dire, è la globalizzazione ragazzi, che arriva anche nei paradisi turistici e rischia di trasformarli in luoghi con gli stessi problemi anche per i turisti che di solito non si accorgono del tenore di vita dei locali o lo scambiano per folklore.

L´Express conclude: «Il tessile e il turismo, due pilastri della nostra economia, hanno dunque numerose sfide da rilevare. Non sarà sufficiente attendere che passi l´inverno in attesa di giorni migliori».

Sembra di sentir parlare dell´Italia.

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