[19/08/2008] Parchi

Uomini cacciatori e marmotte vampiro

LIVORNO. Ieri i telegiornali ed oggi i giornali hanno riportato la notizia che dal primo settembre in Alto Adige o Sűdtirol verrà riaperta la caccia alla marmotta. Si sono sprecate immagini bucoliche di questi roditori grassottelli e si è parlato di danni ai pascoli alpini e addirittura di animali che secondo il TG2 sarebbero diventati troppo confidenti e pericolosi per l´uomo perché, a causa del cibo che viene fornito loro dai turisti, avrebbero sviluppato incisivi taglienti.

Ma il Wwf smentisce subito come «Una leggenda metropolitana che dice che la loro aggressività sia dovuta anche al troppo ravvicinato contatto con l´uomo: nutrite a pezzi di pane e biscottini, le marmotte avrebbero smesso da tempo di fare il loro mestiere di roditori, e avrebbero di conseguenza incisivi lunghi e dannosi». Roberto Maistri, responsabile del Wwf per la provincia di Bolzano spiega che «Questo non è dimostrato, mentre è vero che tra qualche giorno sparare alle marmotte non sarà reato, il che fa dell´Alto Adige un posto davvero unico. È così da anni, le nostre proteste e i nostri ricorsi ci servono solo per la soddisfazione morale: quando il Tar ci dà ragione, gli animali sono già da mesi morti e imbalsamati, a fare da soprammobile nei salotti dei cacciatori...».

Infatti, al di là delle marmotte vampiro, che servono a colorare un pezzo di esangue televisione estiva, quel che è chiaro che la provincia autonoma di Bolzano/Bozen ha nuovamente autorizzato la caccia a 2 mila marmotte, che ormai sarebbero 40 mila, secondo l´ultimo censimento.

Giorgio Carmignola, uno dei responsabili dell´Ufficio caccia altoatesino, spiega che con il provvedimento che rinnova il decreto, con il quale si ordina la "selezione" dei roditori montani, «Non si tratta di una vera e propria caccia, ma di una selezione resa necessaria dal fatto che le marmotte, scavando nei prati, creano danni ai pascoli la cui erba è necessaria per gli armenti delle mucche».

Il Wwf ribatte che nel resto d´Italia la marmotta è una specie protetta, come sancisce una legge del 1992 e Maistri solleva un´altra questione da non dimenticare: quella degli stambecchi: «In provincia di Bolzano erano estinti, ma negli anni Ottanta c´è stato un ripopolamento. Li hanno fatti arrivare da Valle d´Aosta e Piemonte. Dovrebbero essere circa duemila, ma sono 7-800, perché ogni anno fanno una deroga ad una legge europea e ne fanno abbattere 80».

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