[20/08/2008] Energia

Italia Nostra risponde al manager dell´eolico

FIRENZE. Non abbia timore il signor Rahimian, che cosa sia quello che si ostina a chiamare un ´parco eolico´ l´abbiamo visto e abbiamo difeso le ragioni dell´ambiente e del Paesaggio osteggiando alcuni di questi impianti industriali più impattanti nelle aule dei tribunali: per quanto riguarda Scansano abbiamo vinto la causa sia al Tar sia al Consiglio di Stato, mentre a Saepinum abbiamo ottenuto la sospensiva al Tar.
Circa le inesattezze che ci imputa siamo in grado di fornire prove di ciò che abbiamo sostenuto e non ci dilungheremo a spiegare di nuovo ciò che è stato già detto, Italia Nostra non intende prendere lezioni di ambientalismo da chi di mestiere fa il venditore di pale e da chi probabilmente non era neppure nato, quando è stata fondata cinquantatre anni fa la nostra associazione ambientalista, che è infatti la più antica del Paese e sicuramente una delle più autorevoli.
Italia Nostra e Mariarita Signorini si riservano perciò di valutare e di esperire i rimedi sia in sede penale sia in sede civile.
Riguardo poi a ciò che sostiene il presidente della società European Wind Farms Italy, non intendiamo imputarlo agli effluvi del mosto - come lui fa in modo assai poco elegante - dato che il suo è uno stile che non ci appartiene, ma è quantomeno esilarante il suo equiparare una centrale anemoelettrica a un allevamento zootecnico!
Che la prima sia un impianto industriale non v´è dubbio alcuno dato che addirittura cambia la zonizzazione acustica che lo ospita da agricola a industriale, mentre è noto, al buon senso e al codice civile, che l´attività di allevamento in aperta campagna è tipicamente agricola e pur essendo normata da regole di tutela ambientale non necessita certo della Via.
Forse gli studenti che arrivano in frotte -come sostiene- ad ammirare le prodezze dei nuovi opifici, sapranno valutare che c´è una certa differenza tra l´altezza al garrese di un cavallo o di un bovino e quella delle torri di 86 metri del Monte Vitalba e di quelle in progetto a Riparbella e Lajatico che di metri ne conteranno ben 125, e si spera che mai vengano costruiti sui nostri crinali impianti più potenti alti 156 m, come il signor Rahimian invece auspica sul Venerdì di Repubblica uscito il 15 agosto. Ricordiamo poi a chi ora, su questo giornale on line, si professa sostenitore della Via, ma che altrove si lagna dell´eccessiva burocrazia e del deterrente sistema dei vincoli del nostro Paese (Venerdi di Repubblica 15-8), che in seguito alle due sentenze sopramenzionate vinte da Italia Nostra in Toscana, d’ora in poi tutti i progetti eolici saranno, con molta probabilità, sottoposti a Valutazione d´impatto ambientale, mentre proprio l´impianto eolico sul monte Vitalba, della società che lui stesso presiede, è stato in precedenza sorprendentemente escluso dalla procedura di VIA (Decreto 15 dicembre 2004 n.7485); come del resto quello di Scansano, ed è proprio questo uno dei motivi che ne hanno, di fatto, decretato l´illegittimità al Tar e al Consiglio di Stato.

Il Consigliere nazionale Mariarita Signorini e Fabio Tinelli
del gruppo di lavoro nazionale energia di Italia Nostra in risposta all´intervento apparso su Greenreport il 14 agosto a firma Ali Rahimian

Riceviamo e pubblichiamo da un lettore la seguente precisazione:
Leggo le dichiarazione della rappresentante di Italia Nostra sull’eolico e senza entrare nel merito della discussione vorrei ricordare alla signora che anche l’allevamento è soggetto a valutazione di impatto ambientale come gli impianti eolici. Per saperlo sarebbe bastato che la signora si fosse letta gli allegati alla normativa comunitaria, nazionale e toscana sulla VIA. Come dire quando si è duri e professorali verso gli altri bisogna in primo luogo esserlo con se stessi altrimenti si fanno delle figuracce di cui l’ambientalismo di qualsiasi tipo non ha bisogno.
Marco Grondacci,
ricercatore in legislazione ambientale

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