[20/08/2008] Consumo

Esame del Dna per fermare bracconieri e trafficanti di zanne di elefante

LIVORNO. Due anni fa, ad Hong Kong, il controllo ai raggi X di una spedizione di legname proveniente dall´Africa rivelò che dietro una falsa paratia di una nave c´erano 605 zanne di elefante, per un valore di 8 milioni di dollari. Si è trattato del più grande sequestro di questo tipo nella ex colonia britannica, oggi associata alla Cina, da quando nel 1989 ha aderito al divieto internazionale di commercio di avorio. Ma in tutto il Sudest asiatico i sequestri di avorio illegale sono in aumento e secondo il Worldwatch institute ne sono state confiscate nel mondo almeno 68 tonnellate negli ultimi 10 anni, anche perché il valore dell´avorio intanto è quadruplicato negli ultimi 4 anni, mentre i finanziamenti per le attività di prevenzione e repressione del bracconaggio sono diminuiti.

Fino ad oggi si sapeva che l´avorio illegale sequestrato a Hong Kong era partito dal porto di Duale, in Camerun ma non si sapeva dove fossero stati uccisi gli elefanti. Ora però l´esame del Dna ha permesso di stabilire che quelle zanne provengono da elefanti che vivevano in una foresta del sud del Gabon vicina alla frontiera con la Repubblica democratica del Congo. L´estrazione di Dna dalle zanne di elefante potrebbe essere un´arma sofisticata per fermare il traffico ed il bracconaggio di fauna selvatica alla fonte. Si tratta però di un lavoro di indagine molto costoso che però è sempre più necessario per frenare un mercato dell´avorio ormai fuori controllo nei Paesi dell´Africa centrale.

Sul tema Conservation Biology ha pubblicato uno studio di Samuel Wasser, direttore del Center for conservation biology dell´università di Washington, che spiega che la tendenza è quella di imbarcare l´avorio su navi in un Paese diverso da quello in cui è stato depredato. Per questo bisogna capire, anche attraverso le analisi delle zanne sequestrate, dove sia in corso l´opera di bracconaggio. Il team di Wasser ha esteso la tecnica adoperata per l´avorio di Hong Kong su 6,5 tonnellate di avorio sequestrate a Singapore nel 2002. Ne è venuta fuori una mappa del Dna degli elefanti di gran parte dell´Africa e i campioni di Singapore si sono rivelati come provenienti in gran parte dallo Zambia, mentre prima si pensava provenissero dalla Tanzania e della Repubblica democratica del Congo. I risultati dimostrano che il bracconaggio è ancora più esteso di quanto si pensasse e che i compratori asiatici si precipitano ovunque l´avorio sia disponibile. Per Wasser però «I cartelli criminali prendono di mira specifiche popolazioni per uno sfruttamento intenso, poi colpisce duro e veloce per soddisfare le esigenze di una particolare partita».

Intanto la notizia che l´avorio di Singapore proveniva dalla Zambia è costata il posto al direttore del dipartimento fauna selvatica di quel Paese. I tribunali hanno dato un giro di vite per i contrabbandieri d´avorio. Prima del divieto di commercio dell´avorio i bracconieri uccidevano il 7,4% della popolazione mondiale di elefanti ogni anno ora il tasso di uccisioni illegali ha raggiunto l´8% ma su una popolazione più ridotta. Gli elefanti dell´Africa sub-sahariana potrebbero essere virtualmente estinti entro il 2020. Un campanello d´allarme che suona senza che l´opinione pubblica se ne accorga, così i governi africani possono fare orecchie da mercante.

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