[20/04/2006] Urbanistica

De Lucia: «A Piombino l´industria ha salvato il territorio»

PIOMBINO (Livorno). A Vezio De Lucia è stato affidata la redazione del piano strutturale della Val di Cornia. Un territorio particolare, segnato dall’industria ma dove «i parchi si estendono su più di 8.000 ettari – ha detto De Lucia – mentre la grande industria occupa 760 ettari, con pertinenze di altri mille: uno spreco di superfici e di disordine del territorio, anche se Piombino è anche un luogo dove l’industria ha salvato il paesaggio».

De Lucia è andato all’origine di questa affermazione mettendo prima a confronto Punta Ala e Populonia, ricordando «il tentativo di Pesenti di trasferire l’esperienza del porto di Punta Ala che non gli riuscì proprio grazie all’economia industriale presente», ed ha sottolineato come, «fin da quell’epoca sulla costa livornese, grazie anche alla Provincia, ci sia un buon governo del territorio che ha pochi esempi altrove».

Proiettando come ulteriore esempio le foto dei palazzoni di Follonica e della centrale di Tor del Sale a Piombino, ha aggiunto: «io credo che si possa sostenere che il danno al paesaggio può essere reversibile, ma non sempre: il danno della speculazione edilizia di Follonica è irreversibile, quello della centrale di Tor del Sale è reversibile. Anche i danni prodotti dall’inquinamento possono essere reversibili, ridotti e controllabili. E’ vero che la metà degli ossidi di zolfo della Toscana è emesso a Piombino, ma questo può essere ridotto, la speculazione edilizia non è più riducibile».

De Lucia ha portato come buon esempio di governo e pianificazione urbanistica l’esempio del quartiere dei Diaccioni a Piombino (con standard altissimi di verde pubblico e buoni
servizi) ed ha rilevato con sollievo che «fortunatamente, con la fine della legislatura, è fallito il tentativo di controriforma urbanistica contenuto nel disegno di legge Lupi, che prevedeva l’abolizione degli standard urbanistici».

De Lucia ha concluso con un quadro dei mutamenti della Val di Cornia ai quali gli strumenti urbanistici dovranno dare risposte: «gli occupati dell’industria sono passati dal 40% al 15%, aumentano gli addetti ai servizi, dati che fanno diventare la Val di Cornia uguale alla Toscana».
Per quanto riguarda Piombino e dintorni, con il nuovo piano strutturale «nautica da diporto e logistica sono la parte più importante che si intende sviluppare – ha spiegato l’urbanista – con una politica di riqualificazione per
riappropriarsi graduatamente di porzioni occupate dall’attività industriale».

Ma per De Lucia ci sono «aree critiche che presentano un insoddisfacente assetto». Si tratta di «72 unità censite e 16 ettari di attività da delocalizzare». Poi c’è il problema della casa: il 95% di tasso di occupazione degli alloggi, contro l’80% del dato nazionale, cifre che non permettono un mercato delle case e che fanno fare a De Lucia una previsione di 2.500 nuovi alloggi, che richiedono la riqualificazione di intere aree.

Il turismo è un’occasione ma secondo l’urbanista è partito col piede sbagliato: «Mortelliccio, a ridosso della Sterpaia è un esempio squallido di ricettività turistica ed è preoccupante che il turismo extralberghiero nei comuni della Val di Cornia copra dal 70 al 100% dell’offerta, mentre in Toscana rappresenta il 60%».

Per De Lucia «i porti turistici non possono essere parcheggi di barche, ma avere un rapporto proficuo con la città e i centri storici». Poi l’architetto ha chiuso con l’annosa questione della strada 398: «a Gagno – ha spiegato – si separeranno due nuovi percorsi di penetrazione verso Piombino, che avrà così tre accessi. Cambia anche la linea ferroviaria, con una o più fermate in città, senza più necessità di invertire la marcia per il porto e con collegamenti più frequenti con Campiglia Marittima».

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