[13/01/2006] Acqua

Il 40% dei reflui elbani non viene depurato

PORTOFERRAIO (Livorno) - Il Forum tematico di Agenda 21 locale della Comunità Montana dell´Elba e Capraia del 13 gennaio ha visto una buona partecipazione ed un dibattito di buon livello. Si parlava di rifiuti e di depurazione delle acque e la discussione è stata introdotta dai due responsabili del forum, Massimo Coreani e Angelo Meola.

Massimo Coreani ha detto che «Per il lavoro di raccolta dei dati abbiamo avuto difficoltà a recepirli, sono ancora parziali ed a volte contraddittori e vanno comunque riguardati, sia quelli provenienti dai Comuni elbani che quelli di Esa sull´impianto del Buraccio. I valori di produzione di rifiuti procapite all´Elba sono paragonabili a quelli toscani, anche se si evidenziano valori superiori a quelli della Provincia di Livorno. In totale - ha aggiunto l´esperto ambientale - un elbano produce in media 778,41 kg annui di rifiuti, con un trend di crescita della produzione di rsu durante tutto il periodo esaminato, su questo sembra incidere molto il quantitativo di imballaggi che è sempre più alto».

Ma Coreani ha affrontato anche un altro dei punti dolenti dello smaltimento dei rifiuti all´Elba, l´impianto del Buraccio a Porto Azzurro «che è sottoposto ad un rewamping che dovrebbe concludersi entro il 2006 e iniziare l´inizio della produzione di compost di qualità. Ma il costo di smaltimento è più alto all´Elba che nei comuni continentali ed occorrono iniziative per educare a ridurre i rifiuti. Ne è un esempio il conferimento degli ingombranti al Buraccio che, con più attenzione di Esa e le denunce delle discariche abusive, è passato dai 438,100 kg del 2003 agli 881.460 del 2005. Ma - ha concluso Coreani - scontiamo anche il fatto che in nessun comune dell´Elba esiste un Ufficio Ambiente ed i dati forniti dalla stessa amministrazione sono spesso contraddittori»

Per quanto riguarda le acque reflue, Angelo Meola ha spiegato che «esistono 24 impianti di trattamento e 57 stazioni di sollevamento. Dai dati disponibili l´afflusso agli impianti pubblici varia dal 67% invernale a circa il 60% in estate, il resto sfugge al controllo e non si comprende come il carico inquinante venga smaltito sul territorio. L´unico Comune ad aver iniziato un censimento degli impianti privati è Rio Marina, gli altri comuni non tengono conto delle norme vigenti e nessuno sa dire dove finiscano i fanghi prodotti, i dati forniti sono strani - ha dichiarato Meola - in alcuni comuni c´è una forte riduzione, o addirittura la sparizione dei dati sul conferimento di fanghi, poi magari l´anno successivo i fanghi ricompaiono».

Anche il rappresentante di Legambiente in Agenda 21 ha posto con forza il problema della depurazione delle acque «Con il 1 gennaio è entrata in vigore la nuova normativa europea e in mare non dovrebbe finire nemmeno un litro di acqua non depurata - fanno notare gli esponenti del Cigno verde - Siamo invece serviti da impianti di setacciamento fuori legge e da un piccolo numero di depuratori non sempre a norma. E´ qui che Agenda 21 deve intervenire e misurarsi se si vuol continuare a parlare di qualità del turismo e dell´ambiente».

(nella foto il depuratore del Fabbrello)

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