[28/08/2008] Comunicati

Indicatori ambientali Istat 2007: conferme ai vertici. Male Firenze, malissimo Massa

LIVORNO. Sono stati presentati stamani dall’Istat i risultati dell’indagine sugli indicatori ambientali urbani per l’anno 2007 relativi ai 111 capoluoghi di provincia italiani che coprono il 6,6% della superficie nazionale e dove risiede il 29,5% della popolazione totale del Paese (circa 17 milioni di persone). Prima di tutto è necessario specificare che i dati riguardano solo i comuni capoluoghi e non l’intera provincia, e come abbiamo avuto modo di sottolineare lo scorso anno si basano sulle autocertificazioni fornite dai comuni stessi. In ogni caso l’indagine conserva un suo valore, soprattutto perché fatte salve tutte le critiche e le limitazioni del caso, comincia a fornire una discreta fotografia evolutiva visto che mette in serie i dati dal 2000 al 2007.

Solo alcuni flash generali in attesa di sviscerare le diverse aree indagate (acqua, inquinamento atmosferico, energia, rifiuti, inquinamento acustico, trasporti e verde urbano). Per quanto riguarda i rifiuti, l’Istat segnala nella sua sintesi come un successo l’aumento della raccolta differenziata, che effettivamente sarebbe cresciuta del +7,6%, anche se in realtà solo pochissime regioni, sono in grado di certificare il dato e chi come la Toscana lo fa, con Arrr, non ha ancora elaborato i dati. Con le molle quindi va anche preso il dato che riguarda la produzione totale dei rifiuti che sarebbe appena inferiore rispetto al 2006 (-0,3%) segnalando quindi un’inversione di tendenza rispetto alla crescita che ha sempre contraddistinto il segmento. Buono invece l’aumento della domanda di trasporto pubblico (+4,9%) e la contrazione del consumo di gas metano per uso domestico e per riscaldamento -6,9% (ma sappiamo bene che su questo influiscono e molto le temperature medie registrate nell’anno) e del consumo d’acqua per uso domestico (-2,4%).

Di contro invece è continuato ad aumentare il consumo di energia elettrica per uso domestico (+4,5%), mentre variazioni meno sensibili si registrano per il tasso di motorizzazione (+0,6%) e per la densità di verde urbano (+0,6%). Nel 2007 è migliorata anche la qualità dell’aria malgrado il numero di giorni di superamento del livello per il PM10 (particolato con diametro minore di 10 micron) sia ancora il doppio di quello consentito dalla normativa (D.M. 60/2002). Infatti, nei 99 comuni che effettuano il monitoraggio del PM10, le centraline di qualità dell’aria hanno segnalato mediamente un numero massimo dei superamenti del limite pari a 71,4 giorni, con un decremento dell’11,3% rispetto all’anno precedente, ma sempre molto al di sopra dei 35 consentiti.

Nel 2007 aumentano sensibilmente gli interventi di tutela ambientale messi in atto dalle amministrazioni pubbliche: sono 101 i capoluoghi di provincia che dispongono di centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria (rispetto al 2006 si aggiunge L’Aquila); aumentano, rispetto all’anno precedente, i comuni dotati di una zonizzazione acustica del territorio (+8,6%), di un piano urbano del traffico (+3,6%), di un piano del verde urbano (+3,7%), di un censimento del verde urbano (+8,3%), del piano energetico comunale (+11,5%), nonché quelli nei quali tutta la popolazione è servita dalla raccolta differenziata dei rifiuti (+2,3%).

Nel 2007 Trento, Bologna e Venezia si confermano ai primi tre posti della classifica dei comuni più rispettosi delle compatibilità ambientali. Belluno raggiunge Venezia con un salto di 5 posizioni, seguono Biella e Cuneo, quest’ultimo con un guadagno relativo di 11 posizioni, e ancora Prato, Modena e Ravenna, che recupera ben 25 posti.

Anche le ultime quattro posizioni sono confermate rispetto allo scorso anno. Ultima è ancora Massa che non sembra essersi attivata per migliorare le condizioni ambientali nel proprio comune: la raccolta differenziata è pari al 24,1%, sono assenti la zonizzazione acustica, il piano del verde, il piano urbano del traffico e quello energetico comunale. Si confermano, inoltre, al penultimo posto Siracusa, al terzultimo Olbia e al quart’ultimo Iglesias.

In discesa rispetto allo scorso anno risultano Savona, che perde 16 posizioni, Firenze e Carbonia, con 14 posti in meno, e Lecco con 13 in meno. In queste quattro città si attenua il controllo degli inquinanti nell’aria, non si fanno interventi di bonifica con barriere antirumore e non c’è un piano per il verde urbano. A Savona, come a Firenze e a Carbonia, manca anche il piano energetico comunale.

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