[28/08/2008] Parchi

E´ Pisa la regina del verde pubblico in Italia

PISA: Gli "Indicatori ambientali urbani Anno 2007" dell´Istat sulla densità di verde urbano nei capoluoghi di provincia danno ancora il quadro di un Paese a dir poco mediocre in questo campo, anche se si arriva al 7% di verde urbano rispetto alla superficie comunale con un +0,6% sul 2006, con una variazione media annua 2000-2007, dell´1,0%. Le città con più verde pubblico sono Palermo (31,6%), Torino (15,6%), Milano (11,5%), Bologna (8,8%), Verona (8,0%) e Pescara (7,5%) hanno una crescita delle aree verdi maggiore della media di quella registrata a livello nazionale.

In testa è comunque la toscana Pisa (71,9), seguita da Cagliari (55,2%), L´Aquila (45,6%), Biella (35,0%), vanno bene anche Ancona (28,1%), Roma (27,5%), Napoli (23,7%), Terni (21,7%), ma in queste e in altri 8 capoluoghi provinciali, la crescita di verde pubblico è inferiore a quella media nazionale. Secondo l´Istat, in tutte queste città sono di solito presenti «vasti parchi naturali, siti di interesse comunitario, aree protette, riserve naturali e boschi, la cui superficie ricade nel territorio comunale». In fondo alla classifica del verde pubblico urbano ci sono Tempio Pausania, Olbia e Taranto con meno dello 0,05%.

Tra i 12 grandi centri urbani solo sopra i 250.000 abitanti solo tre sono sotto la media nazionale e qui incontriamo il capoluogo toscano Firenze (6,4%), Bari (3,9%) e Venezia (2,4%). A Firenze, così come a Napoli e Bari, il verde pubblico non è nemmeno aumentato nell´ultimo anno, mentre è cresciuto a Verona (+12,9%), Venezia (+6,5%), Torino (+2,3%) e Bologna (+2,2%).

Secondo il rapporto Istat «L´indicatore utilizzato per l´analisi del verde urbano evidenzia una forte disparità sul territorio, come emerge anche dal coefficiente di variazione pari, nel 2007, a 1,9, a causa sia delle diverse dotazioni naturali presenti nei comuni sia dell´opera di progettazione urbanistica delle città». A fine 2007 il censimento del verde urbano era stato fatto nel 70,3% dei comuni capoluogo di provincia, con un buon 8,3% in più, ma mancano ancora all´appello 33 comuni tra i quali una metropoli come Napoli.

Eppure si tratta dell´elemento su cui basare il Piano del verde urbano, uno strumento integrativo del Piano regolatore generale (che in Toscana si chiama Piano strutturale) per pianificare le aree verdi comunali. Uno strumento che però è utilizzato solo dal 25,2% dei comuni capoluogo di provincia, tra i quali brilla Lucca che, insieme a Novara e Terni, lo ha adottato prima del 1990.

La difficoltà di programmazione e progettazione di nuove aree verdi è il sintomo di una pianificazione urbanistica che mostra la corda di fronte ad una crescita cementizia generalizzata. Eppure, come ricorda il rapporto Istat «La presenza del verde migliora, difatti, il paesaggio urbano e rende più gradevole la permanenza in città, per cui diventa fondamentale favorire un´integrazione fra elementi architettonici e verde nell´ambito della programmazione urbanistica. In particolare, fra le più importanti funzioni della vegetazione, in termini di miglioramento ambientale, si annoverano la mitigazione del clima urbano, la filtrazione e purificazione dell´aria dalle polveri e dagli inquinanti, l´attenuazione dei rumori e delle vibrazioni». Tutti "effetti collaterali" dell´urbanizzazione senza ambiente e dell´emergenze costruite ai quali in Italia o si pensa dopo o non si pensa proprio.

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