[28/08/2008] Aria

Cicli solari, ghiacci marini e cambio climatico

LIVORNO. Mentre il National snow ice and data center (Nsidc) avverte che l’estensione della banchisa artica è scesa ormai sotto i livelli del 2005 (vedi immagine), configurando così l’estate 2008 come seconda solo al 2007 per minore estensione dei ghiacci marini dall’inizio delle osservazioni satellitari (1978), la perdurante attesa del 24° ciclo solare riapre il dibattito sul ruolo che possono avere l’attività e le macchie solari nell’influenzare il clima terrestre.

Secondo le dichiarazioni che Vladimir Kouznetzov, direttore dell’Istituto di magnetismo terrestre dell’Accademia russa delle scienze, ha rilasciato al quotidiano Ria Novosti, «il 23° ciclo dall’inizio delle osservazioni umane si è completato, e il minimo di attività solare si sta prolungando: non ci sono praticamente regioni attive nel sole, né macchie solari». Secondo il ricercatore, «la durata di questo fenomeno, che è cominciato approssimativamente nel dicembre 2006, costituisce un record».

Le possibili correlazioni tra attività solare, macchie e clima terrestre sono ancora tutte da chiarire. Secondo Koutznezov, la nota “piccola era glaciale” (cioè il generale raffreddamento avvenuto tra il 1645 e il 1715 circa) ha coinciso con una fase di flebile attività solare (Minimo di Mounder). La correlazione, ha però aggiunto, è ancora da dimostrare, poichè «esistono spiegazioni che associano questo raffreddamento a variazioni nelle correnti oceaniche». L’attività del nostro astro sembra comunque in procinto di ripartire: «nuove regioni attive cominciano ad apparire sul sole, sono ancora piccole ma pensiamo che alla fine l’attività del 24° ciclo partirà: ci aspettiamo il suo massimo tra circa cinque anni».

Va chiarito che il possibile ruolo del sole nel surriscaldamento climatico è ovviamente tra i fenomeni più studiati insieme all’effetto dei gas climalteranti: anzi si può dire che la metodologia che la comunità scientifica ha seguito si è basata, davanti all’evidente riscaldamento in corso fin dall’era industriale e più specificatamente dai primi anni del secolo scorso, sull’analisi di tutti i possibili fattori di mutamento climatico (es. sole, attività vulcanica, inclinazione terrestre), e ciò ha portato – per esclusione - all’evidenza della significatività del ruolo antropico.

Le stime presenti nel quarto rapporto Ipcc assegnano infatti alla CO2 antropica un forcing radiativo (cioè una capacità di riscaldare il clima del pianeta) che va da 1,49 a 1,83 W/mq, agli altri gas serra un forcing da 0,88 a 1.08 W/mq, e all’irradianza solare viene assegnato un debole forcing da 0,06 a 0,30 W/mq. Va anche aggiunto che, mentre le stime sul ruolo dei gas climalteranti godono di un alto tasso di affidabilità, a causa del numero di esperimenti effettuati, lo stesso rapporto Ipcc giudica «bassa» l’affidabilità dei rilevamenti sull’irradianza solare.

Occorre quindi proseguire negli studi: è piuttosto lampante come il sole, causa della stessa esistenza della vita sul pianeta terra, sia responsabile dei mutamenti del suo clima. Ciò che ancora è da chiarire è sempre il solito punto: in conseguenza dell’avverarsi di quei modelli che negli anni ’90 prevedevano un primo decennio del 2000 “bizzarro” dal punto di vista climatico, il ruolo dei gas climalteranti nel surriscaldamento terrestre è ormai fuori discussione. Ciò che è ancora da trovare è la cosiddetta “pistola fumante”, cioè quei dati certi e innegabili che assegnino una precisa percentuale alla quota di riscaldamento di origine antropica e alla quota di origine “naturale”: dati che la scienza di oggi non fornisce ancora con precisione.

E intanto, nonostante un inverno che nelle zone euro-artiche è stato fresco (non certo freddo, ma comunque fresco), una primavera piovosa e un’estate calda ma non da record, la banchisa polare continua a perdere colpi ad un ritmo prima sconosciuto: a metà settembre essa raggiunge tipicamente il minimo di estensione, e la triste profezia che ricercatori del National geographic avanzarono a giugno, che vedeva la zona del polo nord geografico libera dai ghiacci entro quest’estate, è ancora nel novero delle possibilità.
(rm)

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