[01/09/2008] Acqua

Attacco del Corsera ai servizi pubblici locali, Regini: «Posizione ideologica»

LIVORNO. Il Corriere della sera torna a dedicare alla questione servizi locali/pubblico o privato, la parte più nobile del giornale, l’editoriale a firma di Francesco Giavazzi che giustappunto fin dal titolo spazza via ogni dubbio sul taglio del pezzo: “La rendita dei comuni”.

Il canovaccio del messaggio che si vuole veicolare scorre via senza alcun dubbio attraverso una serie di esempi più o meno calzanti sull’acqua e più o meno confusi sui rifiuti («oneri di smaltimento troppo bassi e quindi, con rare eccezioni (Trento ad esempio), un eccesso di rifiuti».

La conclusione è già data, ovvero il fatto che i servizi pubblici sono inefficienti e sbagliati e che il servizio privato funzionerebbe.

«E’ la più ideologica delle posizioni – commenta il Paolo Regini di Publiambiente - La prova è che laddove il privato è entrato sono sempre aumentate le tariffe, mentre i servizi a volte sono migliorati e a volte sono peggiorati. Basta pensare per esempio a Telecom e a quanto sono aumentate le tariffe dalla sua privatizzazione. In realtà ci sono buone gestioni pubbliche e buone gestioni private».

Il punto non è quindi chi deve gestire ma come devono essere gestiti i servizi pubblici.
L´obiettivo primario dei servizi pubblici infatti dovrebbe essere quello di tutelare il cittadino, ossia la qualità del servizio secondo i criteri enucleati, in primis, dalla Carta dei Servizi del 1994, secondo principi di eguaglianza, imparzialità, continuatività, partecipazione, diritto al risarcimento, ecc.. Non è quindi importante sapere chi gestisce un servizio, ma come lo fa.

Senza contare che almeno per quanto riguarda l’acqua, essa è da anni privatizzata, visto che le varie multinazionali private (Nestlé prima di tutto, parlano i numeri) gestiscono le acque cosiddette "minerali" (con concessioni pluridecennali delle relative sorgenti e con l´obbligo di rispettare limiti di valori chimico-fisici estremamente più morbidi rispetto a quelli che hanno le società che gestiscono il servizio idrico integrato nelle varie Ato).

Bottiglie di plastica di acqua minerale che vengono quotidianamente bevute magari dagli stessi consumatori italiani che si lamentano perché l’acqua non è pubblica, (e qui rientrerebbe in ballo anche l’altro grande servizio pubblico, quello dei rifiuti).

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