[02/09/2008] Consumo

FederBio: «Che fine hanno fatto le campagne di comunicazione istituzionale?»

LIVORNO. «Quello che sta accadendo in Inghilterra è un salutare riposizionamento dei consumatori verso forme di distribuzione specializzata e a filiera corta che hanno dimostrato di poter garantire prezzi anche del 60% inferiori a quelli praticati dalle principali catene della grande distribuzione». Lo ha detto il presidente di FederBio Paolo Carnemolla, riportando i dati apparsi in questi giorni su autorevoli quotidiani inglesi come l’Evening Star e l’Indipendent, e commentato in particolare l’articolo apparso sul “The Guardian” lo scorso 29 agosto nel quale si denunciava un calo di quasi il 20% negli acquisti di prodotti biologici in Gran Bretagna.

«L’esplosione dei consumi di biologico che si registra costantemente da alcuni anni – prosegue Carnemolla - ha portato la GDO inglese a speculare sui margini e ora la difficile congiuntura economica richiede di rivedere urgentemente queste politiche. Gli operatori dello specializzato e della vendita diretta dichiarano infatti percentuali di crescita significative in tutti i comparti, con punte anche superiori al 30%. E comunque alcuni prodotti dove il consumatore percepisce maggiormente la qualità e il valore etico e ambientale del bio continuano a crescere anche nella GDO, dato che la catena Co-op dichiara una crescita costante del 25% su base annua delle proprie vendite di biologico e di oltre il 57% per il pollo bio e ruspante».

«In queste settimane in Inghilterra – ha aggiunto - ci saranno importanti iniziative di promozione dei prodotti biologici in cui sono coinvolte anche alcune catene della GDO, dunque le previsioni sono di un rapido recupero dei trend di acquisto, mediamente ancora tre volte superiori a quelli del convenzionale. Speriamo – ha concluso - che quanto accade in Inghilterra possa essere da stimolo anche per la situazione in Italia, ferma da troppo tempo sia per quanto riguarda le scelte della GDO nazionale che per quanto riguarda le campagne di comunicazione istituzionale previste dal Piano d’azione nazionale di settore».

Va registrato, infatti, che il biologico in Italia è anche sotto attacco di alcuni media che l’accuso addirittura di essere più dannoso del convenzionale. Con argomenti così risibili che ha portato anche l’Aiab a chiedere alle istituzioni – vedi dichiarazioni di Andrea Ferrante a greenreport del 28 maggio - «a difendere il biologico dall’ennesimo attacco. Non possiamo essere sempre noi a farlo perché questo settore è sostenuto da politiche europee che ci puntano moltissimi soldi perché ci credono e ritengono che possa dare un contributo importante per lo sviluppo sostenibile. Così fa l’Italia e fanno le regioni e, siccome l’attacco mediatico è contro questo lavoro che viene fatto, è bene che siano loro a difendersi nelle sedi opportune, anche quelle legali viste le gigantesche bugie che vengono messe in giro».

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