[02/09/2008] Aria
LIVORNO. Le lobby dellŽauto a Bruxelles contano molto, soprattutto in tempi di crisi e cali di vendite, e allora la Commissione industria del Parlamento europeo fa marcia indietro rispetto ai bellicosi proclami sulla riduzione delle emissioni di gas serra e sposta dal 2012 al 2015 lŽobiettivo vincolante per le nuove automobili di 130 grammi di CO2 emessi al chilometro.
Una ritirata su tutta la linea ed un brutto segnale per il ruolo che lŽEuropa intende giocare al summit sul clima di Copenaghen nel 2009 e er il post-kyoto che inizia, guarda un poŽ, proprio nel 2012. Per Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, si tratta di un «Pericoloso regalo alle case automobilistiche a spese del clima. LŽEuroparlamento dica no a qualsiasi rinvio. Un pericoloso regalo alle case automobilistiche a spese del clima. La lotta al cambiamento climatico è una battaglia che, nellŽinteresse generale, non si deve più rinviare. EŽ una priorità sulla quale non si possono, ancora una volta, far prevalere le logiche dellŽindustria come succede anche con tutte quelle deroghe introdotte sotto forma di supercrediti per le cosiddette Žeco-innovazioniŽ. Ci appelliamo a tutti gli europarlamentari della Commissione ambiente, chiamati a votare il prossimo 9 settembre per lŽapprovazione del rapporto da sottoporre alla plenaria dellŽEuroparlamento, affinché non facciano nessuno sconto alle case automobilistiche compromettendo lŽimpegno europeo nella lotta contro la crisi climatica».
Dopo il voto in commissione Industria del Parlamento europeo, dure critiche sono state espresse anche da Guido Sacconi, eurodeputato del Pd, presidente della commissione temporanea sul cambiamento climatico e relatore del regolamento sulle emissioni di CO2 delle auto. «Visti i risultati del voto di ieri sera in commissione industria - ha affermato Sacconi in una nota - che nel complesso mette a rischio gli equilibri immaginati dalla bozza di regolamento, mi sto domandando se non sia il caso di rallentare la procedura di esame e di fare un serio studio di impatto».
Uno studio che porterebbe ad allungare i tempi dellŽiter legislativo. «Se si dovesse andare in questa direzione - insiste Sacconi - inizio a temere che il calendario previsto possa saltare e che diventi molto difficile arrivare ad un accordo sul Regolamento in prima lettura, sotto Presidenza francese».