[05/09/2008] Energia

L´Iran minaccia sanzioni all´Occidente (e la Russia para il sacco nuclear-militare)

LIVORNO. L´Iran potrebbe rispondere alle sanzioni occidentali (e teoricamente russe e cinesi) con contro-sanzioni. Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha detto oggi che «Tutte le sanzioni contro il nostro Paese sono illegali. Non abbiamo ancora reagito con fermezza alle sanzioni imposte da certe potenze che utilizzano un linguaggio bellicoso. Se loro trasgrediranno la zona interdetta, il popolo iraniano potrà imporre loro delle sanzioni. Conformemente alle norme internazionali, l´Iran possiede il diritto di elaborare tecnologie nucleari pacifiche. E´ perverso che gli Stati Uniti, Paese che ha portato un attacco nucleare al Giappone e che possiede decine di ogive nucleari, respingano il nostro dossier nucleare».

Ahmadinejad sembra più che ringalluzzito dalla guerra fredda che spira dal Caucaso, dove il conflitto georgiano sembra aver terremotato il gruppo dei 6 (5 Paesi membri del Consiglio di sicurezza dell´Onu più Germania) che hanno scritto le sanzioni contro l´Iran, e probabilmente ha tutte le ragioni per esserlo.

Oggi Mikhaïl Zavali, direttore del progetto ufficiale di esportazioni di armi russe Rosoboronexport, ha detto al salone dell´idroaviazione di Guelendjik, una delle tante fiere di armi russe, che «La Russia è determinata a proseguire la cooperazione con l´Iran in campo militare ed energetico. Abbiamo investito molto denaro in Iran, abbiamo un grande avvenire, e vogliamo recuperare i nostri soldi, anche se qualcuno si oppone». L´allusione agli Usa pare chiarissima.

E, tanto per placare gli animi e per far ridere di più Ahmadinejad e gli Ayatollah di Teheran, oggi l´agenzia moscovita Ria-Novosti afferma che «La Russia, che vuole rafforzare la sua presenza nella regione, sta costruendo la centrale nucleare di Bouchehr in Iran, malgrado l´opposizione di Washington».

Rubli, petrolio, Islam e nucleare, la nuova guerra fredda non sarà ideologica, ma per gli eredi di Bush rischia di essere più calda e infida di quella gestita dal decrepito potere sovietico.

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