[08/09/2008] Consumo

Sbilanciamoci! in direzione della sostenibilità

LIVORNO. «La riduzione delle emissioni di CO2, oltre che una sfida per tutti gli Stati del mondo, rappresenta anche un’opportunità reale e non utopica, di riconversione dell’economia globale a un modello di sviluppo più sostenibile e di qualità, che metta al centro i diritti sociali e l’ambiente. Gli esorbitanti costi del petrolio e la sempre crescente domanda di energia da parte dei Paesi industrializzati e anche di quelli in via di sviluppo, impongono un ripensamento radicale del modo di produrre i beni ma anche di distribuirli. Quello dei trasporti, infatti, è uno dei settori maggiormente responsabili dell’aumento della domanda di fonti fossili e dei gas serra».

Così Legambiente per bocca del presidente nazionale Vittorio Cogliati Dezza, ha portato il suo contributo alla VI edizione del Forum di Sbilanciamoci!, quest’anno dedicato al lavoro. Bassi salari, sicurezza sempre meno garantita, precarietà diffusa, erosione dei diritti sociali, delocalizzazioni e nuove povertà sono infatti i temi affrontati a Torino alla Mirafiori, luogo simbolico dello sviluppo centrato sull’automobile, energivoro e sull’utilizzo dissennato di una risorsa sempre più scarsa come il petrolio.

La Campagna Sbilanciamoci! ha poi presentato 100 proposte per una finanziaria del bene comune, lanciando anche l’idea di una giornata di mobilitazione popolare in tutta Italia per la giustizia e la legalità fiscale. «Con il governo Berlusconi si afferma l´anacronistica politica economica che colpisce la sanità, l´istruzione, le politiche sociali, l´ambiente e i servizi offerti dagli enti locali; il tutto condito con la motivazione demagogica dei tagli alla spesa pubblica – ha detto Giulio Marcon, portavoce della campagna - Con le nostre cento proposte rilanciamo un modello di sviluppo fondato sull´equità sociale, sulla sostenibilità ambientale, la pace e la solidarietà internazionale. Sulle tasse è necessaria una rimodulazione culturale e introdurre il concetto di qualità non limitandosi alla questione della pressione fiscale. La fiscalità generale deve tornare ad essere uno strumento di redistribuzione, equità e giustizia. Per questo lanciamo da Torino – ha concluso Marcon - la proposta di organizzare nel prossimo autunno un ´Tax Justice Day´, una giornata di mobilitazione popolare in tutta Italia per la giustizia e la legalità fiscale».

Tra le cento proposte, molte quelle che sono direttamente o indirettamente legate e mirate verso la sostenibilità ambientale e sociale. Tra queste segnaliamo le richieste di «Massicci investimenti pubblici per la mobilità sostenibile nelle aree metropolitane e per il riequilibrio modale (oggi, in Italia viaggia su gomma il 92,4% del traffico passeggeri e il 65,8% del traffico merci); Il rilancio e la riforma del trasporto pubblico locale con servizi integrati su scala metropolitana e con potenziamento dei servizi ferroviari sulla media e corta distanza (IC, regionali e locali), dove si concentra l’80% circa dell’utenza, incentivando la formazione di Consorzi ed Agenzie interistituzionali al servizio della città diffusa; L´utilizzo più razionale delle infrastrutture esistenti, in particolare attraverso la formazione, in tutte le principali aree metropolitane, di reti ferroviarie suburbane, capaci di estendere, con spesa relativamente limitata, il raggio d’azione del trasporto urbano per almeno 30-40 km dai poli centrali».

E ancora le richieste per «La revisione dell’approccio alla progettazione della rete stradale primaria, mirando meno alle velocità di punta garantite dai tracciati (poco utili per un traffico di distribuzione) e più alla capacità offerta, soprattutto nei nodi maggiormente congestionati, nonché alla facilità di accesso/uscita da parte del traffico locale e riorientare il trasporto individuale privato tramite l’applicazione di tariffe sull’uso dell’auto (transito, sosta, accesso) anche per contrastarne l’uso nei segmenti di brevissimo raggio».

Inoltre «L´applicazione del protocollo di Kyoto, nel rispetto, almeno, dei nuovi obiettivi europei al 2020 (riduzione di almeno il 20% delle emissioni di Co2, traguardo del 20% di produzione energetica da rinnovabili e miglioramento dl 20% nell’efficienza energetica), la riconversione ecologica delle attività produttive, avendo però come obiettivo ottimale la riduzione delle emissioni nazionali per i Paesi sviluppati tra il 25% e il 40% sotto il livello del 1990 entro il 2020».

Sbilanciamoci! chiede altresì al Governo: «Un impegno del Governo italiano in vista del G8 del 2009, che si sostanzi anche nell’individuazione di un percorso di riduzione delle emissioni che consenta di rimanere ben al di sotto di un aumento medio globale di 2 gradi centigradi della temperatura (rispetto ai livelli pre-industriali), conseguendo il raggiungimento del picco e la diminuzione delle emissioni di CO2 entro 10-15 anni e con il conseguimento entro il 2050 dell’obiettivo di riduzione dell’80%, rispetto ai livelli del 1990; il rispetto e la rapida attuazione degli impegni presi con la sottoscrizione della Convenzione Internazionale per la diversità biologica (CBD) e della nuova Strategia dell’Unione Europea per arrestare la perdita della biodiversità attraverso la redazione di un Piano nazionale per la diversità biologica, preparato grazie alla convocazione della Conferenza nazionale sulla biodiversità che garantisca il rispetto degli impegni assunti dall’Italia entro il 2010; l´istituzione di un fondo per la lotta alle ecomafie e all´abusivismo edilizio, 22.L´abbandono della logica delle grandi opere a favore della ottimizzazione delle reti esistenti e del loro uso (con i necessari adeguamenti e potenziamenti), logica che nel recente passato è stata spesso tralasciata a favore di nuove infrastrutture, più costose, più impattanti, più incerte sotto il profilo attuativo».

Infine: «Il miglioramento sostanziale della qualità della pianificazione e progettazione delle opere pubbliche, basate su indagini e studi di fattibilità economicofinanziaria che consentano di compiere, contestualmente, un raffronto comparativo costi/benefici tra le varie soluzioni per scegliere quelle più efficaci, a minor impatto ambientale, economico, sociale; Il superamento delle procedure speciali derivanti dalla Legge Obiettivo che non consentono di compiere una valutazione ambientale, economica e sociale comparativa tra le diverse ipotesi ed emarginano dai processi decisionali le popolazioni e gli enti locali».

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