[08/09/2008] Acqua

Emergenza idrica, il punto sulla Valdicecina

PISA. Nonostante l’impegno di qualche amministratore, vanno a rilento le procedure per dotare la Valdicecina di infrastrutture adeguate a scongiurare l’emergenza idrica. L’assessore all’ambiente della provincia di Pisa Valter Picchi (Nella foto) ha inviato una lettera ufficiale all’assessore regionale Marco Betti per chiedere l’inserimento del progetto relativo all’invaso di Pian di Goro nel Piano irriguo nazionale, così da poter concorrere ai finanziamenti disponibili.

«Il Piano Irriguo Nazionale - scrive Picchi - ci offre l’opportunità di chiedere un finanziamento per la realizzazione degli invasi multifunzionali lungo il fiume Cecina in località Pian di Goro (comuni di Castelnuovo Valdicecina, Casole d’Elsa, Radicondoli). Ritengo sia un’occasione da non perdere e vi chiedo di operare affinché questo ed eventuali altri finanziamenti possano permetterci di dare alla Valdicecina una soluzione duratura al problema degli approvvigionamenti idrici e del mantenimento di un minimo deflusso estivo».

Secondo gli ultimi studi la Valdicecina necessita di un volume annuo aggiuntivo di almeno 500.000 mc per superare le crisi idriche estive, di un volume di almeno 1.500.000 mc per superare i problemi di inquinamento in atto e di un ulteriore volume di 1.000.000 di mc per garantire lo sviluppo urbanistico e produttivo pianificato dai comuni. Lo sviluppo urbanistico, per essere sostenibile, si dovrebbe però pianificare tenendo conto della disponibilità di risorsa idrica e non viceversa (come del resto recita anche il Pit), altrimenti si rischia di continuare a incorrere nell’errore “storico” che ha caratterizzato l’urbanizzazione anche nel recente passato, dove si è costruito (magari seconde e terze case favorendo la rendita) a prescindere dalle risorse di base disponibili. In linea generale, riuscendo a “metabolizzare” questa considerazione, probabilmente ci sarebbe necessità di qualche invaso in meno, il che sarebbe un vantaggio per il territorio dato che là dove vengono costruiti hanno sempre un elevato impatto ambientale, e nello stesso tempo si risparmierebbe qualche soldino.

A tal proposito dall’amministrazione provinciale informano sui costi e sullo stato di avanzamento delle opere accennate. Per l’invaso di Pian di Goro (un lago di 6.000.000 di mc da realizzare mediante sbarramento del Cecina con una diga), il costo dell’opera è stimato in circa 40 milioni di euro, ma un primo lotto da 4.500.000 di mc, si può realizzare con circa 15 milioni di euro. Per l’invaso di Puretta (al servizio del campo pozzi che alimenta l’acquedotto di Volterra e Pomarance) il costo dell’opera si aggira sui da circa 9,5 milioni di euro (il finanziamento arriva dalla società Solvay e dalla Regione). Il raddoppio dell’acquedotto della Carlina fino a Volterra, con captazione di un nuovo acquifero in località Fosini, ha un costo d’opera di circa 12 milioni di euro. Ma non è coperto da alcun tipo di finanziamento, come del resto per l’interconnessione Puretta-Pianacci-San Pietro in Palazzi.

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