[11/09/2008] Rifiuti

Il Noe mette i sigilli all´impianto di cloro-soda della Caffaro

LIVORNO. Si è conclusa stamani con un sequestro preventivo dell´impianto di cloro-soda della Caffaro a Torviscosa (Udine), l´inchiesta avviata dai carabinieri del Noe nel 2001 e che già nel maggio 2005 aveva de
terminato il sequestro del Canale Banduzzi che collega lo stabilimento chimico all´area di Portonogaro e, quindi, alla laguna di Grado (Gorizia) e Marano (Udine). Secondo i risultati della lunga serie di indagini che aveva determinato i sigilli nel canale, si scaricavano i residui dei processi di lavorazione dell´impianto chimico, in particolare il mercurio utilizzato per raffreddare le miscele di cloro-soda, che poi finiva nelle due aree lagunari con grave inquinamento dell´ecosistema e ipotizzati rischi anche alla salute delle persone.

Dopo quell´operazione (denominata ´´canale d´argento´´ proprio per l´alta presenza di mercurio rilevata nelle acque del canale), secondo gli investigatori la Caffaro non ha adottato sistemi e misure che evitassero la prosecuzione dell´inquinamento del canale, della laguna e dei pesci, da qui l’intervento deciso stamani mattina, che oltre al sequestro dell’azienda contesta ai dirigenti della società ´´Caffaro s.r.l. i reati di delitto colposo contro la salute pubblica consistente nell´avvelenamento delle acque e di sostanze alimentari, di emissioni in atmosfera in assenza di autorizzazione e disastro innominato.

La storia della Caffaro di Torviscosa inizia all’inizio del secolo scorso quando la Snia dette avvio alla produzione di fibre tessili, ma è nel 1950 che viene avviato l’impianto di elettrolisi della salamoia con celle a mercurio per la produzione di cloro e soda. Ma alla fine degli anni ’90 la fabbrica ha vissuto una grande crisi occupazionale, passando da 1.200 dipendenti ai circa 300 attuali e i progetti di riconversione dell’impianto cloro-soda a tecnologia a membrane, presentato nel 2002 contestualmente a quello della centrale termoelettrica, non è mai stato avviato.

La Caffaro, infatti, ottenute le autorizzazioni per la centrale di cogenerazione che doveva andare di passo alla riconversione dell’impianto, ha dichiarato una grave situazione finanziaria e la conseguente sospensione della realizzazione del progetto di riconversione della produzione del cloro-soda.

Lo stabilimento di Torviscosa è ancora oggi dotato dell’impianto cloro-soda con celle al mercurio di piccole dimensioni che offre il vantaggio di ottenere la soda caustica direttamente alla concentrazione commerciale (50%), ma che presenta lo svantaggio di richiedere un elevato consumo energetico e di determinare un impatto ambientale dovuto alla dispersione di mercurio, sia pure in minime quantità, in diverse matrici ambientali. Sversamenti che con l’andare degli anni hanno portato ad un grave inquinamento da mercurio della laguna di Grado e Marano, dove dal 2002 è stato dichiarato lo stato di emergenza e che è stata inserita nel programma nazionale di bonifica come sito di interesse nazionale (Sin).

Visto il superamento dei limiti relativi al mercurio (sino a 20 parti per milione nei sedimenti dlla laguna di Marano), le aziende sanitarie locali hanno vietato la raccolta, il commercio e il consumo
di molluschi e di alcune specie di pesce.

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