[11/09/2008] Energia

Commissione Industria Ue boccia il nucleare come soluzione al global warming

LIVORNO. La Commissione Industria, Ricerca Energia (Itre) del Parlamento europeo ha decretato la bocciatura di un emendamento alla direttiva UE sulle energie rinnovabili.

Votando il rapporto firmato dal verde lussemburghese Claude Turmes sulla Direttiva per la promozione delle energie rinnovabili, è stato infatti bocciato un emendamento, il 981, che sosteneva la necessità di ´introdurre piani per lo sviluppo di tutte le fonti a bassa emissione di carbonio in Europa´.

Il motivo va ricercato nel fatto questo emendamento avrebbe inserito, in modo del tutto surrettizio, l’energia nucleare fra le fonti energetiche pulite da promuovere nel contesto della lotta al cambiamento climatico, considerandola praticamente alla stessa stregua dell’energia solare, di quella eolica o delle biomasse. Proposto dal tedesco Werner Langen (Cdu-Ppe), l’emendamento, non faceva diretto riferimento al nucleare, ma chiedeva l’introduzione di un piano europeo per lo sviluppo di tutte le fonti energetiche a basse emissioni di carbonio. L’emendamento è stato bocciato con 27 voti contro 22.

«E’ un passo importante nella giusta direzione – commenta il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza (Nella foto) -. L’atomo non è la soluzione contro l’effetto serra e a dirlo oggi non sono gli ambientalisti ma la Commissione industria del Parlamento europeo, che con il voto odierno migliora, inoltre, sensibilmente la direttiva sulle rinnovabili proposta dalla Commissione europea».

Due i punti salienti introdotti in materia di rinnovabili: una maggiore flessibilità del mercato dei certificati verdi che tutela le politiche nazionali di sostegno alle rinnovabili e l’innalzamento al 45% dell’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 per i biocarburanti.

«E’ giunto il momento che anche il nostro governo prenda atto che il nucleare non è la soluzione al conseguimento degli obiettivi di Kyoto» conclude Vittorio Cogliati Dezza.

Anche il Wwf esprime soddisfazione per la decisione della Commissione Itre e spiega: «Lo scorretto tentativo di porre sullo stesso piano delle fonti energetiche rinnovabili una fonte impattante e per nulla priva di emissioni quali quella nucleare è stato dunque giustamente respinto».

«Questo - prosegue - dovrebbe servire da monito all´Italia che, puntando sul ritorno al nucleare, si sta di fatto imbarcando in un´avventura che non solo non permetterà al nostro Paese di fronteggiare concretamente la minaccia dei cambiamenti climatici, ma non ci consentirà neanche di ridurre la nostra dipendenza energetica dall´estero dal momento che siamo assolutamente sprovvisti di giacimenti d´uranio. Peraltro visti gli elevatissimi costi del nucleare, tali da scoraggiare tutta l´imprenditoria privata, in assenza di massicci finanziamenti statali, il rischio ulteriore è che ci si allontani ancora dal porre in essere quelle soluzioni reali subito attuabili: risparmio, efficienza energetica e fonti rinnovabili, queste sì tutte presenti sul nostro territorio».

«Ci auguriamo - conclude il Wwf - che le decisioni sul mix energetico del nostro paese scaturiscano da queste considerazioni, e non da scelte ideologiche e dettate da precisi e potenti gruppi di interesse (proprio e non collettivo)».

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