[12/09/2008] Trasporti

Bici pubbliche a Firenze, De Zordo: «Ottimo progetto ma non fermiamoci a metà»

FIRENZE. Finalmente l´assessore Del Lungo, forse grazie anche al dibattito sollevato in città su bici, rastrelliere e altro, annuncia il prossimo avvio di un servizio di bici pubbliche, sul modello del Velib parigino. Benissimo, non possiamo che incoraggiarlo a credere nella bicicletta come mezzo di trasporto del futuro nella vita della città. La bici non inquina, occupa poco spazio, è veloce: il successo del Velib a Parigi e Barcellona è un esempio importante e va sposato senza indugi, con lo scopo di ridurre il traffico automobilistico. Ma perché il Velib fiorentino abbia successo ci pare che debbano essere garantite due condizioni essenziali:

1) Occorre una rete davvero capillare di "stazioni": le 750 bici e i 50 parcheggi di cui si parla, saranno davvero sufficienti? Assicurano davvero una piena copertura del territorio, periferie incluse? Affinché il servizio funzioni è necessario che siano "presidiati" tutti i punti strategici come stazioni ferroviarie (tutte, anche le più piccole) e snodi della rete tramviaria e dei bus; ospedali e case di cura; scuole e sedi universitarie; uffici pubblici; palestre, campi sportivi etc. 50 stazioni sono sufficienti? A prima vista no.

2) A Parigi Velib funziona perché simultaneamente è stata insediata una rete vastissima di piste ciclabili e un sistema accurato di segnaletica sia a terra (con il tracciato per le bici agli incroci, alle rotonde, agli attraversamenti più importanti e così via) sia verticale. Alle bici è anche consentito l´accesso alle corsie riservate a bus e taxi. I bus sono stati dotati di appositi clacson, più "gentili" di quelli ordinari, per segnalare la propria presenza ai ciclisti. In sostanza in tutte le principali strade una parte della strada è stata tolta alle auto e riservata alle bici, spesso con cordoli di protezione, in altri casi delimitando con apposite strisce le ciclabili. I ciclisti possono muoversi in tutta la città in sicurezza: i percorsi per le bici non si interrompono mai.

Se queste due condizioni non sono rispettate c´è il forte rischio che l´operazione fallisca. Le persone saranno disposte ad usare le bici pubbliche se sapranno di potersi muovere in sicurezza, lungo percorsi riservati, che siano piste ciclabili vere e proprie o porzioni ben delimitate di strade e viali, senza interruzioni, e se avranno la certezza di poter trovare "stazioni" per il parcheggio delle bici praticamente ovunque, in centro come in periferia.

A quanto si legge sui quotidiani, le due condizioni indicate non sono garantite dal progetto illustrato dall´assessore Del Lungo, perciò vogliamo incoraggiarlo a non fermarsi a metà e a portare il suo piano fino in fondo: servono più bici, più "stazioni" e soprattutto corridoi per le bici in tutti i viali e nelle principali strade della città.

*capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo

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