[12/09/2008] Comunicati

Greenpeace assolta dal tribunale inglese, ma ´diffamata´ dal Giornale

LIVORNO. Ieri il tribunale di Maidstone, in Inghilterra, ha assolto sei attivisti di Greenpeace accusati di aver provocato danni di 40 mila euro durante una manifestazione davanti a una centrale a carbone. Sono stati prosciolti perché "la difesa del clima non è un reato" e può essere usata come "scusa legittima".

Il Giornale ha colto l’occasione della notizia per scrivere un pezzo dal provocatorio titolo “Se il giudice assolve gli ecoterroristi” e oggi l’associazione ambientalista ha dato il mandato ai propri legali di valutare possibili azioni legali.

«Il titolo e l’articolo di oggi de Il Giornale – ha detto Donatella Massai, direttore esecutivo di Greenpeace Italia - usa termini diffamanti e che mettono in cattiva luce una organizzazione che ha fatto da sempre della nonviolenza la sua scelta di fondo»

«Una cosa – prosegue - è parlare di terrorismo e di ‘commando’ una cosa sono le manifestazioni, spettacolari ma assolutamente pacifiche, dei nostri attivisti. Il Giornale dovrebbe sapere che l’uso di certe parole per criminalizzare un avversario è grave da ogni punto di vista, ma se ne ricorda solo quando deve difendere la sua parte politica».

Greenpeace ricorda come lo scorso aprile il TAR di Lecce ha annullato la “messa al bando” di 12 attivisti da Brindisia seguito di una azione di protesta alla centrale a carbone dell’Enel, con motivazioni simili a quelle usate dalla Corte britannica che ha assolto ieri 6 attivisti inglesi.

«L’autore – ha aggiunto la Massai - fa accuse a Greenpeace ma nello stesso articolo ammette di non essere in grado di entrare nel merito delle motivazioni. Dunque il suo scritto è solo ideologico e offensivo. Greenpeace, al contrario, è stata oggetto di attentato terroristico nel 1985 in Nuova Zelanda, quando i servizi francesi fecero esplodere un ordigno che uccise il fotografo portoghese Fernando Pereira, alla vigilia di una campagna contro gli esperimenti nucleari».

«Il nostro Paese - ha concluso - ha una lunga e triste storia di violenza politica e terrorismo. Usare una fraseologia che si usa per descrivere atti criminali a chi in modo pacifico e nonviolento si batte per difendere un bene di tutti come l’ambiente e il clima globale, oltre a essere offensivo è un grave errore: in democrazia protestare in modo nonviolento è un diritto».

Torna all'archivio