[24/04/2006] Aria

Gentili: «Assurdo riportare le persone a vivere a Chernobyl»

MINSK (Bielorussia). Alla conferenza «20 anni dopo Chernobyl: strategia per la ripresa e lo sviluppo sostenibile delle regioni colpite», organizzata dal governo bielorusso e tenutasi a Minsk dal 19 al 21 aprile il presidente Lukascenko ha proposto di riportare la popolazione sfollata a vivere nel settore proibito che si estende per un raggio di 30 chilometri intorno alla centrale (nella foto). Un progetto che non piace affatto al presidente del circolo grossetano di Legambiente, Angelo Gentili, che ha seguito il convegno in Bielorussia come responsabile del progetto Chernobyl dell’associazione ambientalista.
«Ricordare l’anniversario di Chernobyl, sminuendo il rischio sanitario e annunciando il ritorno della popolazione nelle zone “morte”, è una follia, una scelta assurda e impraticabile – dice Gentili – che porterebbe senza dubbio un incremento delle conseguenze sanitarie senza che i percorsi di
prevenzione possano essere realmente efficaci a fine della diminuzione del rischio. Tutto ciò favorirebbe l´immissione sull´intero mercato nazionale e non solo di derrate alimentari particolarmente contaminate.

«Durante i lavori della conferenza – continua Gentili – gli stessi bielorussi hanno denunciato le responsabilità delle autorità governative dell’allora Urss per avere taciuto e minimizzato la tragedia, esponendo milioni di persone al fallout radioattivo in particolare dello Iodio 131, responsabile delle patologie e dei tumori tiroidei e per avere mandato a morire centinaia di migliaia di “liquidatori” privi di ogni precauzione contro l’enorme contaminazione radioattiva. E’ stato sottolineato l’aumento sia delle patologie tiroidee, che di altre forme tumorali e malformazioni alla nascita, da parte della sessione medico-scientifica del convegno, con esposizione di studi e dati comparati».

In tutte le sessioni della conferenza, alla quale hanno partecipato oltre 700 medici, scienziati, responsabili di Ong e di organismi internazionali, provenienti da oltre 45 paesi di tutto il mondo, è stata sottolineata la necessità di uno sviluppo delle aree contaminate, con il sostegno economico,
sanitario e sociale alle popolazioni locali e con un continuo monitoraggio radiologico per capire le conseguenze sulla salute delle persone. «I rappresentanti dell’Onu presenti ai lavori – conclude Gentili – hanno già dato la propria disponibilità in questo senso, affinché vengano garantite le migliori condizioni di vita a chi è costretto ad abitare in zone così fortemente a rischio».
Proprio oggi prende il via la missione di Legambiente in Ucraina che durerà fino al 27 aprile, una tre giorni di appuntamenti, iniziative e incontri per commemorare le vittime della terribile esplosione della notte tra il 25 e il 26 aprile 1986. Il 25 aprile a Chernobyl Legambiente, dopo una visita all’interno della centrale, manifesterà di fronte al reattore atomico nel ricordo delle vittime di ieri e di oggi. Della delegazione italiana fanno parte numerosi toscani, in particolare del circolo pratese del cigno verde.

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