[15/09/2008] Parchi

Ai Parchi solo i vincoli?

PISA. Il ministro Prestigiacomo parlando in una area marina protetta siciliana ne ha lodato il ruolo e l’effetto di traino anche per la iniziativa privata e quindi dell’economia locale. Che è esattamente quello che i parchi nel loro complesso–stando sempre alle dichiarazioni del ministro- oggi non saprebbero e non sarebbero in grado fare. Da qui gli strani cambiamenti preannunciati. Un riconoscimento quindi – quello siciliano - tanto più interessante (ma anche paradossale) perché se c’è un comparto delle aree protette che vive da anni in condizioni estreme di difficoltà è proprio quelle delle aree marine. E per una ragione semplicissima, sono tenute a stecchetto ma in compenso il ministero si avvale di una duplicazione di organi per gestirle e controllarle da Roma. E

per non smentirsi il ministro ha annunciato, infatti, che i suoi uffici stanno studiando un ticket proprio per l’ingresso nelle aree marine. Ma davvero sono cose queste da decidere a Roma? Non sanno al ministero che forme del genere esistono già in vari parchi i quali non lo hanno certo fatto decidere al ministero e neppure alle rispettive regioni. Nel suo intervento siciliano il ministro è tornato anche sul tema più generale, ricordando ancora una volta le 800 aree protette e le ‘avvitanti’ difficoltà di designazione e nomina degli organi e via cantando. A qualche mese dalla sue prime sortite il ministro che, nel frattempo, come ci ha assicurato si è circondata di collaboratori nuovi e preparati continua a parlare di 800 arre protette accreditando l’idea che in Italia abbiamo altrettanti enti di gestione. Nessuno dei suoi nuovi e giovani collaboratori gli ha detto che si tratta di una bufala, perché gli enti sono molti, ma molti meno? E nessuno gli ha detto che i parchi regionali e differenza di quelli nazionali nel complesso non hanno mai conosciuto, nonostante le innegabili difficoltà stagioni commissariali? Che lì gli ‘avvitamenti’ non hanno prodotto gli effetti ministeriali che a quanto sembra si fanno ancora sentire se è vero come è vero che amici politici del ministro stanno chiedendo a gran voce il commissariamento di parchi come quello del Cilento,Valle di Diano per piazzarci qualche amico degli amici?

Nel suo ultimo intervento il ministro ha voluto,infine, precisare che la ‘privatizzazione’ di cui lei ha parlato non riguarderebbe i ‘vincoli’ che resterebbero pubblici ossia allo stato. Ora se c’è un aspetto che nella lunga e tormentata vicenda dei parchi italiani ha assunto un rilevo dirimente è stato proprio quello dei ‘vincoli’, destinati fatalmente al fallimento se non accompagnati da una gestione ‘attiva’ affidata ovviamente alle istituzioni titolari.

Questa è stata la svolta compiuta prima con i parchi regionali e poi dalla legge quadro. Tornare a separare i vincoli da quella gestione pubblica delle aree protette ormai collaudata e attuata in tutta europa e non solo, ci riporterebbe indietro di decenni. E non si scomodi il piatto che piange perché anche qui anziché continuare a parlare poco responsabilmente di sprechi e ‘poltronifici’ non si cita qualche cifra, qualche bilancio e soprattutto non si dice quale è la situazione delle piante organiche dei parchi a partire da quelle aree marine protette che non sono in grado di provvedere alla vigilanza del loro territorio contro la pesca di frodo e tanto altro?

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