[24/04/2006] Rifiuti

E un docente di Modena illustra una ricerca sulle nanoparticelle

FIRENZE. Molto attesi durante l’incontro in Regione con Beppe Grillo anche gli interventi di due docenti universitari: Stefano Montanari, direttore scientifico dell’Istituto nanodiagnostics di Modena, ha spiegato le metodiche della sua ricerca sulle nanoparticelle. «Un fenomeno mai studiato a fondo finora – ha detto – perché di solito si consideravano solo le Pm10, mentre le pm sotto i 2,5 sono nanoparticelle ancora più pericolose per l’uomo e vengono prodotte in misura maggiore proprio negli inceneritori più moderni». «Gli inceneritori di ultima generazione – ha continuato - sono macchine che devono viaggiare ad alta temperatura per evitare l’emissione di diossina, ma più alta è la temperatura e più vengono emesse le nanoparticelle. I miei studi presentati a Reggio Emilia dimostrano le dirette conseguenze tumorali e di deformazione che provengono da queste nanoparticelle. E siccome la legge italiana e la scienza oggi ci consentono di risalire con certezza alle cause di queste malattie, vorrei ricordare agli amministratori che chi avvalla la costruzione di un inceneritore non ne dovrà rispondere solo come sindaco, ma in proprio, come persona, esattamente come accaduto a Porto Tolle».

Annibale Buggeri, dell’Università di Firenze, ha invece presentato i dati sulla ricerca che ha recentemente eseguito sulle conseguenze che l’inceneritore di San Donnino (nella foto) avrebbe avuto sulla popolazione locale. Le alternative proposte sono quelle che da tempo portano avanti i comitati: il trattamento a freddo del residuo, che però prima dovrà essere ridotto al minimo. Quindi «raccolta differenziata al 55% ma anche oltre – dicono dal coordinamento – visto che in molte città del nord questa soglia è già stata superata, riduzione a monte della produzione di rifiuti. Solo a questo punto il residuo potrà essere trattato con impianti a freddo che non rilasciano emissioni nell’atmosfera».

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