[23/09/2008] Energia

Scajola super-ministro plenipotenziario per il nucleare italiano?

LIVORNO. «Entro la fine della legislatura, sarà posta la prima pietra di un gruppo di centrali di nuova generazione» ha dichiarato più volte il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola e oggi al consiglio dei ministri presenterà il suo piano per avocare a sè tutte le competenze sul nucleare e assicurarsi personalmente che il calendario previsto venga rispettato. Lo annuncia un articolo di Italia Oggi, in cui si afferma che il ministro Claudio Scajola avrebbe tenuto in caldo un emendamento che ha presentato ieri e che oggi sarà discusso a Palazzo Chigi, che nei fatti prevede che se davvero il governo vuole proseguire deciso sulla strada del ritorno al nucleare, deve dare carta bianca a lui, che diventerebbe quindi ministro plenipotenziario per assicurare che gli impegni presi vengano portati a meta.

Non si tratta solo di ridimensionare il ruolo e i compiti dell’Autorità dell’energia, come anticipato qualche giorno fa. Nemmeno di svuotare (e forse addirittura smantellare) la Sogin, la società nata per provvedere al decommissioning delle vecchie centrali chiuse dopo il referendum del 1987 e al riprocessamento del combustibile. Tutte cose previste e che andranno svelte come l’acqua in un ruscello.

Ma ciò che non deve subire intoppi da ora in poi sono le procedure necessarie a ripristinare l’energia dall’atomo in un paese che vi aveva rinunciato dopo un pronunciamento popolare. Quindi non più solo i criteri per la localizzazione delle future centrali nucleari (entro la fine dell’anno come previsto). Quello che intende il ministro Scajola, con questo emendamento, è di essere lui a stabilire nei decreti tutto quanto è necessario per assicurarsi che il piano delle centrali nucleari vada spedito.

Quindi la localizzazione delle centrali e la definizione delle misure compensative da corrispondere alle popolazioni interessate, che saranno pagate da chi le centrali le costruisce e poi le gestirà. Poi le procedure autorizzative e i requisiti soggettivi per lo svolgimento delle attività di costruzione, di esercizio e di disattivazione di tutti gli impianti in questione, quindi i sistemi di stoccaggio dei rifiuti radioattivi.

Le eventuali contestazioni locali verranno risolte, anche quelle, direttamente dal governo: così si elude il passaggio ed il ruolo delle regioni e degli enti locali, esclusi anche dalle pratiche amministrative di autorizzazione. Basterà infatti un’autorizzazione unica, compresi eventuali espropri e nulla osta. E non potranno nemmeno esserci ricorsi al Tar, dato che si tratterebbe di «preminente interesse statale».

Per svolgere tutte queste attività, sarà creata l´Agenzia per la sicurezza nucleare: un´agenzia governativa che avrà potere di esprimere parere vincolante su ogni aspetto della materia e che potrà irrogare sanzioni pecuniarie fino a 150 milioni di euro a chi contravviene agli ordini dati. A capo dell’Agenzia, vi sarà un presidente (forse lo stesso Scajola?) e quattro componenti, due designati dallo stesso ministro dello sviluppo economico.

Alla nomina formale del vertice dell’Agenzia provvederà invece con proprio decreto il ministro dell´Ambiente, Stefania Prestigiacomo. L´agenzia potrà avvalersi di 30 consulenti e per il suo funzionamento verranno stanziati 80 milioni di euro in tre anni e per l´assunzione del personale necessario sarà bandito un pubblico concorso (così la democrazia è salva!).

Fatto tutto questo, resta da rivedere il ruolo di Autorità per l’energia e Sogin. Infatti a questo punto dell’emendamento – scrive Italia Oggi- si affrontano i due argomenti. Per quanto riguarda l’Autorità per l’energia elettrica e il gas si prevede di toglierle la vigilanza sul mercato del gas (che andrà all’Antitrust) e affidarle quella sull’acqua, oltre alla modifica della modalità dell’elezione dei vertici. Stesso destino, se non peggiore, è previsto per la Sogin, che, del resto, non avrebbe a questo punto più ruolo.

Insomma per raggiungere l’obiettivo più volte dichiarato, che entro il 2013 i cantieri delle centrali atomiche saranno aperti, Scajola ha bisogno di pieni poteri ed è proprio questo che chiede al consiglio dei ministri. Con buona pace del federalismo.
Se poi ci dovessero essere problemi di consenso, c’è sempre l’esercito a disposizione. Su questo ormai non vi è nessuna ombra di dubbio.

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