[26/04/2006] Rifiuti

Greenpeace: «Forti radiazioni a 50 km dalla centrale»

VIENNA (Austria). «Ci sono più di 20 milioni di metri cubi di rifiuti radioattivi stoccati impropriamente in seguito all’incidente, che potrebbero arrivare a contaminare il fiume Dnjepr, principale riserva idrica dell’Ucraina: è una bomba ad orologeria». Lo dice Pippo Onufrio, direttore campagne di Greenpeace, riferendosi alla situazione in Ucraina a 20 anni dall’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl.

Per dimostrare questo, Greenpeace ha consegnato all’agenzia internazionale per l’energia atomica a Vienna un campione di suolo radioattivo, classificato come rifiuto radioattivo dalla normativa europea, prelevato ben fuori dell’area interdetta di Chernobyl, a 40-50 chilometri di distanza dal reattore, in zone dove la gente va tranquillamente a raccogliere funghi e frutti di bosco che vengono anche venduti. «Eppure – dice Greenpeace – il livello di radioattività è da 10 a 25 volte superiore rispetto ai limiti che la Commissione Europea ha stabilito per definire una sostanza come rifiuto radioattivo». Secondo l´associazione ambientalista «nel campione, esaminato da laboratori austriaci e ucraini, è stato trovato anche un grano di combustibile esausto, espulso dal reattore al momento dell’esplosione. L’Aiea continua a minimizzare l’impatto di Chernobyl – conclude Greenpeace – eppure il caso di oggi e il rapporto sulle conseguenze sanitarie pubblicato la scorsa settimana da Greenpeace dimostrano il contrario».

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